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Appello anche a Ciampi, salvate il porto di Livorno

Un elenco di priorità perché lo scalo non sia definitivamente declassato – Da abbandonare i sogni delle opere faraoniche puntando all’urgente – Le scelte di Gallanti in comitato

Fiorenzo Milani

LIVORNO – Da tempo preannunciato, anche per la crescente impazienza del porto su interventi sostanziali e non solo di programma, il documento-lettera aperta dell’ex capo dei piloti livornesi comandante Fiorenzo “Cino” Milani è da martedì sul tavolo del presidente della Port Authority Giuliano Gallanti. Tempestivo, perché alla vigilia del primo comitato portuale post-ferie, con all’ordine del giorno anche la nomina del segretario generale (quattro mesi di attesa e due proroghe di Giorgio Gionfriddo, che fu segretario generale di Roberto Piccini). Quasi ultimativo, perché elenca una serie di problemi da anni in vana attesa di soluzioni. E anche se alcuni dei temi posti non sembrano avere l’unanimità degli assensi (la vicenda dei bacini di carenaggio e della “restituzione” del Mediceo cozza contro precisi accordi firmati dalle istituzioni a Roma per il salvataggio del cantiere Orlando) i temi sono comunque tali da imporre attenzione.

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Da sottolineare anche che la lettera di Milani (resa ancor più “pesante” dalle firme che l’accompagnano) è stata inviata non solo a Gallanti, ma al presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (che fu anche uno degli sponsor dell’operazione salvataggio dell’Orlando) ai ministri Prestigiacomo e Matteoli, al presidente della Regione Rossi, al presidente della Provincia Kutufà, al sindaco Cosimi, al comandante del porto ammiraglio Dell’Anna e al presidente della Camera di Commercio Nardi.

Eccone il testo integrale, seguito dalle firme dei sottoscrittori.

“La più grande industria di Livorno, è il porto! Chi lo vive quotidianamente, può affermare che nonostante la pubblicità saltuaria di opere faraoniche sugli organi di stampa (Darsena Europa, Scolmatore Navigabile, nuova vasca di colmata), la realtà portuale è in uno stato di abbandono quasi totale, e che purtroppo nei prossimi anni, se non si prendono provvedimenti urgenti, comporterà la fuga verso altri porti di altre principali Compagnie di Navigazione.

Non è il momento di trovare colpevoli o responsabili, non è importante, sarebbe inoltre, un’inutile perdita di tempo – Oggi le priorità sono altre: bisogna rimboccarsi le maniche individuare i problemi e con l’aiuto delle istituzioni risolverli nel più breve tempo possibile. Proprio così, con l’aiuto delle istituzioni, le quali devono prendere atto che le vigenti norme di dragaggio nei porti non sono attuabili, né materialmente né economicamente. I fanghi del porto di Livorno storicamente vengono dragati e sversati in mare, lo facevano i Medici, lo ha fatto il Genio Civile Opere Marittime, e lo si è potuto fare fino a che non sono state inventate le famigerate vasche di colmata. Del resto il porto non produce fanghi, ma riceve solo quelli provenienti dai corsi d’acqua, che dovrebbero sfociare in mare e non nel porto, che male c’è a riportare in mare quello che già naturalmente avrebbe dovuto andarci!

La crisi economica mondiale e le guerre nei paesi del Nord Africa, hanno dato al nostro porto una seconda possibilità: ora il tempo è scaduto, non possiamo più permetterci di perdere occasioni importanti, per il porto, per la città e per la Regione. Alcuni esempi: la posizione strategica (geograficamente parlando) del nostro porto e l’immenso entroterra fanno di Livorno il porto italiano con le maggiori potenzialità commerciali; ma mancano strade, ferrovie e soprattutto banchine e fondali. Questo è l’unico motivo per cui compagnie come la Zim, stufa di sentire ogni anno le solite promesse, ci ha abbandonato.

Le mille navi da crociera che scalano annualmente Civitavecchia scalerebbero anche Livorno, perché si trova sulla rotta naturale per andare o venire da Civitavecchia, perché Firenze dopo Roma e Venezia è la meta nazionale più ambita dai turisti di tutto il mondo, (questo vuol dire che perdiamo mediamente 400 navi ogni anno perché mancano le banchine). I bacini di carenaggio, restano una miniera d’oro, sia dal punto di vista economico che lavorativo; averli e non sfruttarli non solo ci declassa come porto, ma non rilancia neanche l’economia cittadina. Eccetera.

Questo vuole essere un grido di aiuto: non stiamo chiedendo soldi ma possibilità, la possibilità di rilanciare il porto e la città prima che sia troppo tardi!

Le opere indispensabili sono diventate:

– ripristinare i fondali portuali con un iter burocratico rapido versando i fanghi in mare (non solo la Darsena Toscana si sta interrando, ma anche la Sponda Est il Canale Industriale, la Darsena Uno, il Mediceo, la Calata Orlando ed il Mandraccio);

– taglio del Canale Industriale con spostamento tubi raffineria ENI;

– dragaggio banchina 75;

– dragare la Bocca Sud del Porto;

– individuare dove realizzare banchine dedicate al traffico passeggeri (prolungare la Vegliaia verso terra o allungare la Diga Rettilinea potrebbero essere idee da verificare);

– rendere agibile la Calata Bengasi;

– rendere agibile il lato a Nord del Molo Italia dragandolo;

– completare la Sponda Est;

– ripristinare l’utilizzo dei Bacini di Carenaggio;

– rinforzare tutta la banchina Alto Fondale;

– restituire il Mediceo al Porto e trasferire il diporto e Yachts alla Bellana;

– la foce armata dello Scolmatore e la chiusura delle porte Vinciane.

L’alternativa è aspettare, riempiendosi la bocca con le opere faraoniche, osservando il porto che si insabbia, i traffici che se ne vanno, le diatribe locali che diventeranno sempre più aspre per quella fetta di torta che diventa sempre più piccola.

Questo grido di allarme viene da tutti coloro che amano il porto e Livorno, che lavorano nel porto di Livorno, e che sperano di lasciare un porto in salute in eredità alle future generazioni. Già oggi aspettare un altro anno con le mani in mano potrebbe essere devastante. Ci auguriamo che chi ne ha la facoltà e la competenza ci aiuti, altrimenti questo resterà un documento in eredità alle prossime generazioni, che così sapranno che perlomeno qualcuno qualche cosa ha provato a fare!
Fiorenzo Milani

Condividono la lettera e concordano con il suo contenuto i sotto elencati operatori portuali:
Dottor Alberti Roberto – Presidente Spedimar
Dottor Asti Guido – Presidente Porto 2000 (reparto immobiliare)
Dottor Barbera Federico- Direttore Tco
Dottor Bonistalli Enrico – Agente Marittimo
Cafferata G. Uff: Amerigo -Labromare
D’Alesio Gaetano – D’Alesio Group
D’Alesio Nello – D’Alesio Group
Dottoressa Filippi Lucia – General Manager Grieg Star Shipping Srlu
Dottor Fremura Marcello – Gruppo Fremura
Dottor Fremura Silvio – Presidente Asamar
Dottoressa Giani Maria Gloria – Agente Marittimo Spedizioniere
Lorenzini Ennio – Presidente Assoterminal
Montano Mario – Cantieri Navali Tommaso Montano e Figli
Neri Giorgio – Neri S.p.a.
Dottor Neri Piero – Fratelli Neri
Dottor Parziale Giuseppe – Rappresentante YM Italia e Finsea
Raugei Enzo – Presidente Gruppo CPL
Comandante Roma Angelo – Amministratore Unico Toremar
Dottor Tosi Mauro – General Manager Westfal Larsen Shipping

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Pubblicato il
17 Settembre 2011

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