Prima ancora dei vari “piani” occorre ricalibrare i passaggi burocratici e rivedere l’eccesso di liberalizzazione alla professione, che ha provocato invasioni di campo deleterie – Lo stato della riforma della 84/94? Un esempio di barzelletta all’italiana
GENOVA – La crisi internazionale, la “manovra”, lo shipping di fronte alle non rosee prospettive economiche di questi tempi. Abbiamo chiesto al presidente di Spediporto Genova, molto attiva nell’evidenziare proposte e problemi della categoria, un’analisi sull’oggi e il domani dei traffici marittimi. Ecco l’intervista.
Presidente Oliaro, la Spediporto Genova allarga i suoi contatti internazionali ad Amburgo, con i colleghi tedeschi. Sono in vista anche analoghe collaborazioni con gli spedizionieri di altri porti, europei e magari del Far East?
“L’accordo con l’associazione spedizionieri di Amburgo per noi è molto importante, in quanto, segna l’inizio di una serie di collaborazioni che Spediporto intende avviare ed intrattenere con realtà associative analoghe alla nostra a livello internazionale. Stiamo già lavorando ad una seconda intesa legata proprio al Far East che speriamo di poter annunciare nella prima parte del prossimo anno.
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