Camalli nei terminal per i giudici sarebbero abusivi
GENOVA – Forse non sarà proprio come sostengono i “berluscones”, cioè che chi comanda davvero in Italia sono i magistrati: ma l’ennesima indagine aperta sul porto genovese, secondo cui il lavoro dei portuali concordato con i terminalisti e senza lo specifico ok del ministero sarebbe “abusivo”, la dice lunga sulla confusione che regna nella patria del diritto proprio sulla certezza dei diritti.
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E’ un fronte nuovo, anche se il console dei “camalli” Antonio Benvenuti ha subito dichiarato che i giudici sbagliano e che la faccenda è stata chiarita tre anni fa, in un’altra causa sulla cassa integrazione. Viene dunque da chiedersi: hanno sbagliato i magistrati della suddetta causa, hanno sbagliato i magistrati che oggi hanno riaperto l’esplosiva questione, hanno sbagliato i vertici dell’Autorità Portuale che si sono succeduti dal 2003 ad oggi (omissione di controllo, come minimo?), ha sbagliato il ministero per la stessa ragione? Insomma, come patria della certezza del diritto, stiamo proprio bene.
La “bomba” genovese, che già ha messo in agitazione molti terminalisti di rango, rischia tra l’altro di essere esportata anche in altri scali dove è proprio il monopolio – o quasi – della manodopera dei portuali a caratterizzare il lavoro nei terminal. Come a dire: se Atene piange, anche Sparta non rida. Capita l’antifona?
A.F.
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