E per Livorno cade l’illusione dai fanghi in mare
LIVORNO – C’è una postilla tutta labronica sui dragaggi portuali. E la conosce bene il neo-segretario generale dell’Authority di Giuliano Gallanti, Massimo Provinciali. Che ci risulta sia stato a lungo a colloquio con il responsabile del comparto al ministero dell’Ambiente Renato Grimaldi, per vedere di sbloccare lo sbloccabile. Con un risultato – ci dicono – assai parziale.
[hidepost]
Va premesso che Grimaldi e Provinciali sono vecchi amici, fin dai tempi in cui il primo era uno dei dirigenti apicali dell’Ambiente e il secondo dirigeva il settore porti del ministero delle Infrastrutture. Sono entrambi relativamente giovani, pragmatici e – cosa abbastanza rara per funzionari ministeriali – più abituati a risolvere i problemi che non a trincerarsi dietro regolamenti, codici e pandette. Oggi si trovano su due fronti diversi: Grimaldi ha attualmente sulle spalle oltre metà del ministero dell’Ambiente, avendogli passato Clini – che è diventato ministro – una serie di interim tra i più pressanti. Provinciali a sua volta è arrivato all’Autorità Portuale di Livorno dove ha trovato un guazzabuglio non male proprio nel comparto dragaggi: una vasca di colmata quasi piena (o pienissima secondo le versioni) che non si sa bene come e quando potrà essere consolidata; una Darsena Toscana drammaticamente interrata, dalla quale per anni non si è riusciti a togliere nemmeno un cucchiaio di fanghi, una bocca sud del porto anch’essa condizionata da fanghi e “mammelloni” tali da rendere pericolose le manovre di navi oltre 250 metri; e in conclusione, tante velleità di pulire i fondali ma pochissimi progetti concreti e concretamente attuabili.
Dai colloqui romani tra Grimaldi e Provinciali non sembra sia uscito lo sperato coniglio dal cappello: ovvero il miracolo di poter sversare in mare – come promesso in un ambizioso ma un po’ troppo fantasioso report di quest’estate tenuto alla Stazione Marittima dall’Autorità Portuale – almeno una parte dei fanghi da togliere dal porto. Grimaldi è stato chiaro: con le leggi attuali, con il nuovo regolamento dei dragaggi bloccato (ma comunque non certo aperto a buttare in mare fanghi inquinati) e con la pletora di verifiche ed analisi richieste su ogni cucchiaio di materiale tolto, illudersi di poter risolvere il problema di Livorno – che oltre tutto è SIN e per aggiungere un carico da otto è anche nel Santuario dei cetacei – buttando i fanghi in mare è un’illusione. Nemmeno una pia illusione, è un’illusione da incompetenti o da visionari. A meno che non ci pensino Babbo Natale o magari la Befana. Auguri.
A.F.
[/hidepost]