Interporti in polemica col governo
BOLOGNA – L’Unione Interporti Riuniti ha contestato fortemente i contenuti dell’articolo 46 presente nel Decreto Monti “perché affida materie inerenti proposizioni di ordine politico-strutturale ad un Decreto Legge, tra l’altro in una tempistica estremamente emergenziale, che oltre ai contenuti, anche sul piano terminologico, lascia profondi dubbi sulla validità delle ricadute funzionali ed economiche per il Paese”.
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I contenuti dell’articolo 46 – dice una nota dell’unione UIR – contraddicono in materia categorica gli indirizzi normativi europei già fatti propri dal nostro Paese.
L’Unione Interporti Riuniti, in spirito fortemente costruttivo, rileva che il criterio di retro-porto non chiarisce quanto ad oggi le stesse Commissioni Parlamentari, ancora in operatività, hanno all’unanimità delle componenti politiche, indicato quale migliore coniugazione fra porti e interporti per il potenziamento quali-quantitativo dei porti nel sistema complessivo della logistica Italo-Europea.
L’Unione Interporti Riuniti ritiene che le sostanzialità riformatrici del sistema della logistica siano essenziale materia del Parlamento che ad oggi, sia alla Camera che al Senato, ha mostrato competenze e sensibilità uniche in Europa e da essa riconosciute.
L’Unione Interporti Riuniti, infine, esprime la propria contrarietà all’estemporaneo finanziamento CIPE di 20 milioni di euro ad una non meglio definita piattaforma logistica di Fiumicino, finanziamento che assolutamente non può essere attribuito al comparto degli interporti italiani che ad oggi hanno solo richiesto definizioni normative e non economiche.
Intanto si è tenuta a Bologna la conferenza finale del progetto Hinterport che, organizzata dall’Interporto di Bologna, ha messo in luce i principali ostacoli all’implementazione delle integrazioni fra porti e interporti al fine di proporre soluzioni adeguate e conformi ai paesi di riferimento.
La conferenza ha visto il contributo di esperti internazionali, rappresentativi del contesto portuale e di quello interportuale, che hanno reso possibile un animato confronto sulle trasformazioni in atto del trasporto merci via mare e sulle strategie conseguentemente adottate dalle Autorità Portuali europee per le quali la penetrazione strutturata nell’entroterra logistico è adesso un elemento prioritario.
Sincromodalità – dice l’Interporto di Bologna – è la parola chiave che ben riassume i risultati dell’evento, lì dove la stessa rappresenta l’evoluzione dell’intermodalità e della multimodalità, intesa quale combinazione strutturata, ottimale, puntuale e sincronica di due o più modalità di trasporto.
Quanto testimoniato dalla controparte operativa è risultato essere in linea con le dichiarazioni dei rappresentanti istituzionali europei le cui recenti policy muovono verso la creazione di un’area unica del trasporto merci nella quale l’integrazione fra porti e interporti sarà adeguatamente supportata.
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