Altri porti si aggiungono alla prima ondata – Un documento ufficiale invita all’unità “per non indebolire l’intero sistema portuale”- Le pressioni della politica
ROMA – Le Feste di fine anno non sono state particolarmente festose per il vertice di Assoporti. Dopo la clamorosa uscita dall’associazione di otto importanti Autorità Portuali alla vigilia di Natale (Ancona, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Napoli, Olbia, Taranto e Trieste) si parla di ulteriori defezioni, in via di perfezionamento. E naturalmente il “pronunciamento” ha visto schierarsi la politica dall’una o dall’altra parte, anche con interpretazioni più o meno fantasiose sui motivi della frattura: come quelli attribuiti a Luciano Canepa, presidente di Ancona, che avrebbe inteso così avviare un tentativo di minare alla base il contratto unico dei porti, fortemente sostenuto dal presidente di Assoporti Nerli e dai suoi. Canepa insomma come una specie di Marchionne dei porti. Proprio su Canepa, considerato uno dei “timonieri” della vicenda, si sono scatenati anche gli apparati di partito, fino a rischiare di mettere in crisi il Comune di Ancona.
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