Livorno, la partita a scacchi
LIVORNO – Grandi manovre, piccolo cabotaggio, oppure semplice dinamica d’inizio d’anno? Sul porto di Livorno, come peraltro un po’ ovunque, si spostano pedoni – ma anche alfieri e regine – in vista delle importanti giocate a scacchi di un 2012 che si preannuncia difficile, se non cruciale.
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Tengono banco le dichiarazioni ufficiali, e relativi scazzi, in particolare sulla pianificazione urbana che coinvolge necessariamente il waterfront. Il quotidiano livornese Il Tirreno ha dedicato una pedante sculacciata al sindaco e alla sua giunta – parzialmente fasciando la mano di velluto in una successiva ripresa – sui tempi del “piano strutturale”, al quale anche l’Authority di Giuliano Gallanti ha legato – nei tempi e nei modi – la sua pianificazione portuale. Secondo Il Tirreno i temi annunciati dal sindaco per il piano strutturale sono un’illusione, la legislatura scadrà assai prima e si dovrà (presumibilmente) ricominciare daccapo. L’assessore competente s’è intorcinato, per non smentire il sindaco smentito dal giornale. Cosimi, che indubbiamente è un sottile dicitore, non s’è certo fatto prendere in castagna: persino sui “buchi” della Spil ha rilanciato, ricordando che la società Spil (Società Porto Industriale Livorno) che è il braccio immobiliare del Comune ha tra le sue “zolle d’oro” i terreni di Paduletta (affittati, si dice a un prezzo pressoché politico, alla Cilp) e non intende affatto venderli perché saranno il fulcro del nuovo porto come risulterà dalla pianificazione di Gallanti e del Comune. Una pianificazione alla quale il sindaco ha dedicato un elogio indiretto, facendo quello diretto di Gallanti (Malgrado io abbia sostenuto la riconferma del fraterno amico Piccini – ha detto pressappoco il sindaco – Gallanti ha un’altra visione, ben più ampia e apprezzabile) che qualcuno ha voluto leggere come una risposta – le vie della politica sono, come tutti sanno, più contorte d’un biacco – alle nascenti critiche del Pd verso un’Authority che a un anno dalla nuova gestione per ora avrebbe prodotto assai meno di quanto sperato. Insomma, parole alla nuora perché suocera intenda.
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Anche intorno ai dolori della non giovane Cilp (consentitemi la citazione pseudo-letteraria) le cronache d’inizio d’anno sono ricche. Che Raugei e i suoi stiano raschiando il fondo del barile per salvare la gloriosa Impresa è noto. Che abbiano chiesto – e già ottenuto – l’aiuto della Lega delle Cooperative attraverso la Fidi Toscana è altrettanto noto. Che il tutto ancora non basti lo sostengono quelli che hanno il diritto di ficcare il naso nei conti veri: o che comunque sono riusciti a ficcarcelo. La disavventura del “Reefer” (partito tardi non per colpa della Cilp, “tradito” in corsa dal cambio di modalità di trasporto della Dole, ora in fase di faticoso recupero con la stessa Dole e con Del Monte) non ha certo aiutato; come non hanno aiutato la perdita delle Toyota a favore di Elia, sia pur parzialmente bilanciata dall’aumento dei coreani di Kia e Hyundai. Si dice che Cilp stia provando a far cassa con qualche sostanziosa vendita di gioielli di famiglia: per esempio la quota in LTM, che Renzo Conti e i suoi da mesi vanno proponendo; o addirittura una quota del TDT, che i soci genovesi ad oggi paritetici sembrerebbero disponibili ad acquistare. Voci, ovviamente: ma dove c’è tanto fumo, un po’ d’arrosto alla fine salta sempre fuori.
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Anche all’interno dell’Authority di Giuliano Gallanti l’anno nuovo dovrà portare qualche novità. Anzi, la prima l’ha portata: contrariamente a quanto aveva annunciato fino a un giorno prima, il responsabile della divisione tecnica, ingegner Umberto Campana, non è andato in pensione ed è rimasto al suo posto. Con il dichiarato sollievo di chi temeva che il suo ruolo finisse magari in un altro interim (per esempio a Motta) dopo i già troppi interim attuali (la divisione amministrativa finita sulle spalle di Provinciali dopo l’interim di Gionfriddo è il caso più significativo); e forse con qualche delusione di chi invece scaldava i motori sperando di fare un salto in alto. Di positivo c’è che Massimo Provinciali sta progressivamente entrando nel ruolo. E Gallanti non fa mistero delle sue aspettative sul nuovo segretario generale, che sono alte. Anzi, altissime: perché il presidente conosce bene la legge 84/94 e sa che il segretario generale è il vero responsabile di tutte le decisioni più delicate, che vanno dal personale alla pianificazione. “A Genova non ho mai firmato niente che riguardasse questi settori” ci ha precisato una volta Gallanti: confermando la sua vocazione a fare il presidente che vola alto e che non si occupa De Minimis, ovvero della cucina quotidiana. Qualche maligno sussurra, all’interno di Palazzo Rosciano, che “il Presidente voli pure alto, ma alla fine dovrà pur atterrare”. Dunque, starà a Provinciali – sia pure con l’avallo di Gallanti – riorganizzare in modo più puntuale ed efficace la macchina interna dell’Authority, che in più d’un settore batte in testa. Sarà interessante vedere come: e se sarà faccenda di tessere, di piccole o grandi ruffianerie, o se ci sarà più spazio anche per quelli bravi (o brave). Che pare ci siano. Auguri.
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La fine dell’anno si festeggia tradizionalmente buttando i cocci vecchi dalla finestra: abitudine pericolosa, ma simbolica. L’alternativa, scelta in genere dagli amministratori pubblici, è quella delle conferenze stampa in cui si presentano i bilanci consuntivi e si fanno grandi promesse per quelli preventivi.
Abbiamo assistito, nei giorni scorsi, a due di queste conferenze ormai istituzionalizzate: il Comune e la Provincia di Livorno. Sappiamo che nei vari porti – abbiamo anche avuto molti cortesi inviti – hanno fatto lo stesso i presidenti delle Autorità Portuali: eccezione che conferma la regola Livorno, dove Giuliano Gallanti ha scelto di seguire la sua regola aurea dello star più zitto possibile. Personalmente, ho apprezzato.
Il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà, che difficilmente si lascia andare alle emozioni in pubblico, ha invece tenuto un’accorata e prolungata lamentazione contro il decreto Monti che intende tagliare i garretti all’ente. Gliene ha dette di tutte, sia pure in modo forbito: scelta sbagliata economicamente (si risparmia poco), sbagliata tecnicamente (chi svolgerà le funzioni specifiche?), sbagliata anche sul piano costituzionale un decreto non può cambiare la Costituzione). Ha poi elencato le benemerenze della sua, di Province, specie sul sociale e sulle tante vertenze in difesa dell’occupazione. Tornando al generale: ci sarà una resistenza sulla linea del piave, con una “class action” delle Province unite contro Monti. Auguri.
Il sindaco di Livorno ha invece osato l’inosabile: ha promesso di fare negli ultimi due anni di mandato quello che non ha fatto (o non ha potuto fare) nei primi sei. Ha anche promesso il “piano strutturale” della città, da cui dipende strettamente la nuova pianificazione “zonale” del porto che Gallanti cerca di portare avanti (e sulla lentezza della quale stanno crescendo i nervosismi anche da parte di chi, come il Pd, aveva accolto il presidente genovese come il Messia). Gli si sono scatenati addosso – al sindaco – un po’ tutti, compresa la stampa amica, perché nessuno crede nei tempi promessi. Nemmeno aspettando i miracoli della Befana.
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Se n’è parlato meno del prevedibile, forse complici le Feste o la legnata del decreto “Salva Italia” che ha spinto dietro le quinte tutti i problemi non di sopravvivenza. Eppure l’accordo raggiunto tra la Cilp e la “Porto 2000” per l’Alto Fondale alle crociere, in altri momenti avrebbe messo il porto a ferro e fuoco: e non è detto che, passate le Feste, l’incendio non scoppi.
L’accordo prevede che la Cilp rinunci alla concessione dei due principali accosti dell’Alto Fondale (scadenza il 2014) e molli entro pochi mesi l’ex magazzino Taf/Dole a vantaggio delle crociere. In cambio la “Porto 2000” – che prenderà gli accosti e i magazzini, questi per farci la nuova stazione delle crociere Msc “di testa” – realizzerà una tensostruttura in zona M per i forestali della Cilp sfrattati dall’ex Taf/Dole e ne realizzerà una seconda a ciglio dell’Alto Fondale in attesa di avere il suddetto magazzino.
Accordo scritto, sottoscritto e inviato all’Autorità Portuale. Con un piccolo dettaglio: l’accordo vale se l’Authority da parte sua lo convalida, accettando di non fare la gara (come aveva annunciato) per il magazzino, “compensando” la Cilp con due accosti riservati sul molo Italia e costruendo a sue spese (o con il contributo della “Porto 2000”, non s’è ben capito) un nuovo grande magazzino per i forestali sempre per la Cilp.
Pare che all’accordo, dopo iniziali perplessità, Gallanti e Provinciali abbiano dato la loro benedizione. Non si sa se la stessa benedizione verrà da Bonsignori e Giorgio Neri, che sui forestali da tempo chiedono spazi, aree e accosti. Si saprà presto.
Antonio Fulvi
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