Venezia, difendere le crociere
VENEZIA – L’International Propeller Club Port of Venice che associa un’ottantina di imprenditori dell’economia marittima, proprio per la valenza diretta che tante aziende del comparto hanno col mondo crocieristico, non può non partecipare alla “vexata quaestio” che in questi giorni si è scatenata in laguna sul passaggio delle grandi navi per il Bacino di San Marco.
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Secondo il presidente del Propeller, Massimo Bernardo, il club sostiene innanzi tutto l’esigenza di far conoscere alla Città il suo porto che non può essere considerato una nicchia privilegiata per pochi addetti ma un grande motore economico che genera occupazione e distribuisce reddito alle tante attività imprenditoriali che operano nei diversi settori del commercio, del ricettivo, del turismo, dei trasporti e, complessivamente, dei servizi.
Ciò perché, generalmente, si teme quanto non si conosce ed è proprio per questa ragione – dice Bernardo – che enti pubblici e società impegnate nello sviluppo del porto ed in particolare della crocieristica, dovrebbero sinergicamente fare squadra per aprire il porto alla Città perché attività economiche e produttive ma anche gli stessi cittadini diventino consapevoli di quanto questo grande patrimonio di miliardi di investimenti fatti possa ancora apportare nel ricollocare Venezia e la sua Laguna al centro dell’interesse mondiale facendo dei 2 milioni di crocieristi in transito a Venezia altrettanti entusiasti “ambasciatori” dell’unicità e delle prerogative di questa nostra Città e non di turisti delusi dall’atteggiamento ostile dei suoi abitanti.
Che l’attuale situazione economica sia difficile, non è un segreto per nessuno e tutti ne siamo a conoscenza e ne veniamo toccati.
Nel porto la drastica caduta del traffico industriale – continua Bernardo – la prevista fase di rallentamento del traffico container in rapporto all’andamento dell’economia mondiale, stanno spingendo le principali Compagnie del settore a rivedere i propri piani per il futuro, valutando la ristrutturazione di molti servizi mentre alcuni progetti cinesi per la costruzione di nuovi terminal stanno per essere rallentati, diversi ordini per la costruzione di nuove navi sono stati bloccati e i grossi gruppi armatoriali stanno rivedendo gli ingenti investimenti che erano stati presi basandosi sulle previsioni di traffico nel periodo 2008 – 2012.
Questa è solo la parte emergente dell’iceberg di una crisi mondiale del traffico marittimo delle merci e, probabilmente, anche di quello crocieristico dopo l’incidente della Costa Concordia ma, come è stato chiaramente ribadito in più occasioni, dal presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa, questo è il momento di prepararci a ciò che si verificherà quando questa crisi perderà la sua forza devastante anche dal punto di vista psicologico e inizierà a rallentare, lasciando il passo ad una naturale, seppur lenta crescita. Va quindi sostenuta l’importanza economica e sociale del porto nelle sue tre anime, commerciale, industriale e nautico-crocieristica. E’ da qui che dobbiamo tutti ripartire – afferma Bernardo – nella consapevolezza di lavorare tutti insieme in città e nella terraferma per raggiungere lo stesso obiettivo: la dignità e la salvaguardia del posto di lavoro e il comune benessere anche trovando accordi e soluzioni tecniche che consentano alle grandi navi di includere Venezia e il suo porto come tra i più sicuri ed i più organizzati “home port” del Mediterraneo.
Lo sciacallaggio mediatico di questi giorni sulle grandi navi da crociera – dice Bernardo – se da una parte può comprensibilmente rappresentare un’arma potentissima nel sentimento popolare, allo stesso tempo, potrebbe rappresentarsi come un’imperdibile occasione per chi volesse definitivamente far dirottare questo importante traffico su porti viciniori concorrenti italiani e stranieri, magari più esposti a condizioni meteomarine sfavorevoli o meno sicuri in merito ai tanti obblighi sulla sicurezza della navigazione (piloti, rimorchiatori, velocità, fondali sabbiosi ecc.) che invece rendono il Porto di Venezia tra i più appetibili e sicuri al mondo.
L’International Propeller Club Port of Venice senza ricordare il grave danno economico che comporterebbe l’allontanamento di questo traffico dalla città (con l’immediato incremento del costo di tutti i servizi portuali, del mancato introito per alberghi ed esercizi commerciali, per le stesse tasse d’ancoraggio ecc. ecc.) invita Regione, Provincia, Comune, Autorità Portuale, Venezia Terminal Passeggeri e SAVE, Associazioni di categoria e i ministri interessati, quello dell’Ambiente e quello delle Infrastrutture, ad un tavolo comune che sia in grado, in tempi cronometrici, di avviare una seria politica di interventi mirati al consolidamento di questo traffico e non ad alimentare, come invece sta avvenendo, sterili polemiche in grado, questo sì, di creare perdite di posti di lavoro, tra diretto ed indotto, per almeno 3000 famiglie già preoccupate per i danni che l’effetto annuncio dei rischi di una crociera sta già provocando in milioni di potenziali clienti italiani ed esteri.
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