Sulla “tassa regionale” ora Livorno ci ripensa
Con una lettera a Firenze, l’Autorità Portuale chiede di bloccare le ingiunzioni e sottolinea le proprie perplessità – La delibera del comitato portuale di Ancona fa da guida – L’impegno di Assoporti
LIVORNO – Sta diventando un gran pasticcio l’iniziativa delle regioni Toscana e Marche di imporre una tassa tutta loro sulle concessioni demaniali. Sia a Firenze che ad Ancona sono fioccati i ricorsi alle commissioni tributarie: singoli ricorsi ma gestiti in genere da studi legali specializzati, che si sono richiamati sia alle normative nazionali sia a precedenti pronunciamenti degli organi legislativi.
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Fa testo, nel marasma creato dalle due Regioni, la delibera approvata all’unanimità dal comitato portuale dell’Authority di Ancona con la quale “si invita la Regione Marche a riconoscere e sancire definitivamente la inapplicabilità dell’imposta regionale sui canoni demaniali alle concessioni rilasciate dall’Autorità Portuale, e ciò per le motivazioni di carattere giuridico comunicate dall’Autorità Portuale alla Regione e di quelle svolte dal ministero Infrastrutture e Trasporti nella lettera n. 12848 del 28/9/11. In particolare si rappresenta l’urgenza di riconoscere la inapplicabilità dell’imposta – continua la delibera di Ancona – almeno nelle aree strettamente portuali (porto di Ancona fino al porto turistico compreso e aree Api imbarco-sbarco prodotti petroliferi) tenuto conto che essa non viene richiesta in nessun altro porto italiano sede di Autorità, e ciò crea una grave distorsione della concorrenza. Si invita infine la Regione Marche a tenere presente che la pretesa impostiva avanzata nei confronti dei concessionari si pone in controtendenza con le misure anticrisi sinora adottate dal Comitato portuale e ne vanifica in parte l’efficacia”.
Anche a Livorno la situazione si è evoluta. Dopo aver fornito gli elenchi dei concessionari portuali e turistici che la Regione Toscana aveva richiesto per la nuova, contestatissima tassa, l’Autorità Portuale ha inviato a Firenze una nota firmata dal segretario generale in cui, nella sostanza, si chiede “di prendere in considerazione la possibilità di sospendere l’iter procedurale per la riscossione dell’imposta fino al definitivo chiarimento che perverrà dalle amministrazioni statali investite del trema”.
La formula usata da Massimo Provinciali è molto meno netta a confronto del duro diniego a fornire gli elenchi adottato dalle Autorità portuali di Piombino e Marina di Carrara: ma è pur sempre un cambiamento rispetto al primo atto, cioè all’invio degli elenchi chiesti dalla Regione, invio seguito da una raffica di notifiche. Le quali, a loro volta, hanno portato a una raffica di ricorsi presentati alla commissione tributaria competente a Firenze.
Nella lettera dell’Autorità Portuale livornese si sottolinea peraltro come già nel fornire gli elenchi dei titolari di concessioni “si evidenziavano le profonde perplessità nutrite in ordine all’applicabilità della legislazione regionale in oggetto alle concessioni di beni del demanio marittimo rilasciate dall’Autorità Portuale. Tutte le categorie dei concessionari (imprese portuali, turismo nautico, impianti e depositi costieri) hanno ora rappresentato – dice la nota – la propria legittima opposizione all’applicazione immediata di tale normativa, in un momento in cui la soluzione non è univoca (come dimostra persino il diverso comportamento tenuto dalle varie Regioni) ed anzi dovrebbe protendere verso l’inapplicabilità alle concessioni rilasciate dalle Autorità Portuali, in quanto – prosegue la lettera di Provinciali – non sono configurabili né il profilo soggettivo (tali concessioni non possono essere definite “statali” in quanto le Autorità Portuali sono enti autonomi dotati di autonomia finanziaria ed amministrativa ed i canoni concessori ne costituiscono un’entrata propria), né sotto il profilo oggettivo, in quanto i relativi canoni non sono determinati per legge ma sulla base di autonome regolamentazioni che le Autorità Portuali si danno, nell’ambito della richiamata sfera di autonomia”.
Da qui, trattandosi di questione “aperta e pendente” l’Autorità Portuale di Livorno “nello spirito di leale e corretta collaborazione tra istituzioni ed al fine di evitare l’instaurarsi di un folto contenzioso” invita la Regione a soprassedere o almeno a sospendere.
Sulla vicenda c’è infine una presa di posizione di Assoporti.
“Non si riesce a cogliere il fondamento che giustifica la richiesta dell’Imposta Regionale sulle Concessioni Demaniali in ambito portuale da parte di alcune regioni”, ha dichiarato Francesco Nerli, presidente dell’Associazione dei Porti Italiani.
“Innanzitutto”, ha affermato, “sull’insussistenza dei presupposti per l’applicazione alle concessioni rilasciate dalle Autorità Portuali, si è espressamente pronunciato il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel 2011”.
La norma di riferimento (Legge n. 281 del 16 maggio 1970) è sempre stata considerata non riferibile alle Autorità Portuali da Assoporti, che ha sostenuto in tutte le sedi l’infondatezza delle richieste di alcune Regioni italiane.
“L’Associazione supporterà le Autorità Portuali – dice Assoporti – nelle azioni che al riguardo riterranno opportuno intraprendere. L’applicazione di norme di questo tipo, certamente non aiuta a rendere i nostri porti competitivi”, ha concluso Nerli, “oltre a creare una situazione di alterazione della concorrenza che danneggia l’intero sistema”.
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