Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Bacini di carenaggio nel Tirreno il RINa decide se riaprire Livorno

Atteso a breve il risultato dello studio tecnico del Registro navale – Possibile una integrazione dell’uso anche dei privati – L’ipotesi della Costa Concordia

GENOVA – Luigi Merlo ha un diavolo per capello: anzi, più diavoli che capelli, notoriamente pochi. Da poco confermato per il secondo mandato alla guida dell’Autorità portuale del primo scalo italiano, ha dovuto incassare il fallimento della gara per privatizzare l’aeroporto Colombo. Il che vuol anche dire – secondo le sue stesse dichiarazioni – che se non si farà presto con una seconda gara entro aprile, non ci saranno i tanto sospirati 30 milioni che dovevano costituire lo zoccolo duro per costruire il sesto bacino di carenaggio.


[hidepost]

Non tutto è perduto, sottolinea Merlo, anche perché gli interessati all’acquisto ci sono. Il problema semmai sono i tempi. Perché mentre Genova cincischia sul sesto bacino, i porti concorrenti – specialmente quelli dell’arco mediterraneo della Francia – non aspettano e stanno potenziando.

Poi c’è l’incognita Livorno. L’Autorità Portuale di Giuliano Gallanti aspetta proprio per questi giorni – forse addirittura prima della fine del mese – la conclusione dello studio tecnico del RINa che dovrebbe dire se, come, quando e con che costo potrà essere rimesso in funzione il superbacino livornese da anni praticamente rottamato. Al RINa Gallanti ha chiesto anche di studiare come eventualmente rendere compatibile l’impianto con il resto del porto dal punto di vista ambientale: con una copertura mobile, con aspiratori delle polveri, con vasche di decantazione, eccetera. A quel che si sa, Gallanti conta anche sulla collaborazione (forse persino finanziaria) di privati: i riparatori navali livornesi (quelli sopravissuti) e lo stesso Paolo Vitelli, boss della Azimut-Benetti, che dopo iniziali resistenze si sarebbe detto disponibile a entrare nella partita.

Dal parere tecnico del RINa e dalla valutazione dei costi dipendono anche scelte strategiche per l’intero porto di Livorno: se cioè continuare a utilizzare l’ex banchina 75 per le crociere (è in fase di appalto il suo dragaggio per poter accogliere eventualmente anche navi da 250 metri), se trasferirvi le riparazioni navali che oggi s’arrabattano nella parte commerciale e industriale del porto, se usare l’area come polmone provvisorio per la nautica da sfrattare nel Mediceo. Tutto fermo, in sostanza, ufficialmente in attesa del piano strutturale del porto e del Comune (che Gallanti giura di aver pressoché pronto) ma in realtà proprio per il destino del superbacino. Sul quale tra l’altro c’è chi spera di poter trasferire la carcassa della Costa Concordia se e quando sarà rimossa intera.

[/hidepost]

Pubblicato il
18 Febbraio 2012

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio