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Quei soldi maledetti e subito

LIVORNO – Verrebbe subito da commentare: Pecunia non olet. Ovvero, secondo l’antica saggezza, il denaro non ha odore, da qualunque parte arrivi. E che la Cilp abbia disperato bisogno di denaro è cosa nota.


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Tanto nota che, avuto mandato ormai da una delle prime assemblee di “trattare” la quota in TDT, il consiglio della Compagnia ha portato avanti l’operazione alla caccia del cash necessario a non chiudere bottega. Come noto, tre milioni l’hanno avuti come anticipazione dai genovesi di Gip, peraltro – è stato ribadito anche nell’ultima assemblea – soci corretti e collaborativi: ma è chiaro che a quel punto il percorso era già stato stabilito. Ed è chiaro che l’assemblea di domani, domenica, non potrà che dare l’ulteriore mandato di andare avanti. Magari con tanti mugugni e strascichi nella governance interna della Cilp, ma senza alternative.

Avanti come? Chiedendo ai soci genovesi l’ulteriore Pecunia necessaria a consentire di andare avanti, in attesa che Alberto Bruschini, il “commissario” della fiorentina Value+ S.r.l. (a proposito: ci tiene a sottolineare che Fidi Toscana non ha niente a che vedere con il suo incarico alla Cilp) abbia completato il piano industriale (di “lacrime & sangue”, si dice in banchina) per il triennio 2012-2014.

Che i genovesi di Gip siano disponibili ad allargare la borsa è già stato dimostrato. Ma c’è di più. Qualcuno c’informa che lunedì prossimo 19 marzo davanti a un notaio in Genova sarà firmata la cessione delle quote Cilp in TDT per un 30%: quote ovviamente conferite a Gip che così diventerà socio di maggioranza all’80% del Terminal Darsena Toscana. Sembra che rimanga valido il “gentleman agreement” (con tanto di firme in atti formali) per il quale se la Cilp potrà ricomprarsi il suo 30% entro la fine del 2014 i genovesi saranno pronti a restituirlo. Probabilmente ci saranno interessi da valutare, ma è nel gioco delle cose. Probabilmente Cilp ritiene di avere una possibilità – la vendita della parte immobiliare del Faldo – per recuperare i 12 milioni che valgono le quote in fase di cessione del TDT. Insomma, come puzzle è complicato. Ma la situazione richiede di mettere in gioco tutto.

E la cordata livornese? Malgrado l’appoggio della politica locale e delle istituzioni, l’offerta ha trovato il fuoco di sbarramento dei vertici di Cilp con due argomentazioni principali: le tre lettere con cui sono state formalizzate le offerte (che comporterebbero la cessione del 50% di Ltm ancora in mano alla Cilp e del 50% della stessa Cilp Spa con relativa governance) non propongono un vero piano industriale e sembrano più che altro una proposta “di disturbo”. Cosa ovviamente smentita da Piero Neri & C.

In assemblea, mercoledì sera i sostenitori dell’operazione TDT hanno anche sottolineato che sia Lorenzini che Giorgio Neri sono “competitors”, e allearsi con loro ammettendoli alla governance della Cilp sarebbe un suicidio commerciale. Può anche darsi, commentano altri: ma arrivati alla canna del gas, occorre giocare il tutto per tutto. Il problema è capire quali sono i reali interessi prevalenti nell’una o nell’altra operazione. E sarà il tempo a dirlo.

A.F.

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Pubblicato il
17 Marzo 2012

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