Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Portuali, Tdt maggioranza a Gip

Enzo Raugei

LIVORNO –  Le scelte si ponderano bene, ma una volta decise, si fanno e basta.

E’ stata questa la linea-guida del consiglio della Compagnia portuali livornese, ribadita – a chiarimento definitivo di un percorso non certo facile – nell’ultima assemblea, quella di domenica scorsa. La scelta: per far fronte alla disperata urgenza di cassa, cessione del 30% della quota paritetica del Terminal Darsena Toscana ai genovesi di Gip, in cambio di una “paccata” di 15 milioni (di cui 3 anticipati a gennaio). L’accordo praticamente è già operativo, si parla di firma dal notaio già confermata. L’accordo prevede che se la Cilp recupererà i soldi anticipati entro la fine del 2012 (ma c’è chi parla anche entro il 2013), potrà tornare a riottenere le sue quote. Un “gentleman agreement” con Gip insomma: che non è proprio consueto nel mondo degli affari dove trionfa l’hobbesiano Homo homini lupus, ma insomma, l’eccezione ci può stare. E poi, chi vuol esser lieto sia – diceva un saggio toscano – del doman non c’è certezza. Non c’è certezza specie nel mondo dei porti di oggi, aggiungeremmo facendo i debiti scongiuri.


[hidepost]

L’assemblea di domenica – l’hanno rilevato i resoconti sui quotidiani – ha avuto due elementi atipici.

Il primo: l’assenza di Alberto Bruschini, il “commissario” che pure in precedenza si sarebbe speso per l’alternativa ai genovesi, cioè per la “cordata” di Neri & Neri.  Spiegata in due modi: l’assemblea era solo informativa, quindi non c’erano decisioni da prendere; e inoltre Bruschini già in precedenza in assemblea aveva ricordato di non essere un portuale e di lasciare a chi lo è la responsabilità delle scelte strategiche. L’importante, nella sostanza, è trovare i soldi: non pochi, ma maledetti e specialmente subito.

Il secondo elemento atipico: pochi presenti all’assemblea (il Tirreno parla di un centinaio di portuali) andati poi rarefacendosi come neve al sole. Si può leggere in due chiavi: o rassegnata accettazione delle scelte del consiglio della compagnia, o silenzioso rifugio sull’Aventino dei più, in attesa di capire che succederà. Ed eventualmente di dire, come sempre capita: la colpa è vostra, io non c’ero a darvi il mio si.

Rimane aperta la porta della “collaborazione” con la cordata livornese esclusa a favore di Gip?  Secondo Enzo Raugei e i suoi, nulla osta. Ma lo schiaffo in faccia c’è stato. E non tutti sono evangelicamente disposti a prestare l’altra guancia.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
21 Marzo 2012

Potrebbe interessarti

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora