Livorno e i suoi progetti per il futuro in comitato arrivano riassetti e speranze
I nodi principali sull’utilizzo dell’Alto Fondale, sulla concentrazione dei forestali e sui bacini di carenaggio – Un secolo di proposte mai attuate per lo sviluppo verso nord
LIVORNO – L’hanno chiamato, forse pudicamente, “riassetto funzionale del porto di Livorno”: nome benedetto dal presidente della Port Authority Giuliano Gallanti che si è preso l’impegno di presentarlo come conclusione di un lungo iter di consultazioni giovedì prossimo in comitato portuale.
Dovrebbe essere, salvo ulteriori slittamenti, la riunione conclusiva di un anno di incontri, proposte, mediazioni e rilanci. Un lungo lavoro, su quello che lo stesso Gallanti ha definito “finalmente, un progetto per il futuro”.
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Alla vigilia del comitato di giovedì prossimo non sono stati comunque sciolti totalmente i nodi che fin dall’inizio hanno condizionato il dibattito. Primo di tutti, la decisione di delocalizzare i forestali sul molo Italia e dedicare alle crociere gli accosti 46 e 47 dell’Alto Fondale, per destinare l’ex Taf a stazione per quelle “home port”. Un nodo gordiano che era stato affrontato d’iniziativa delle due parti interessate, Cilp e Porto 2000, con un accordo sottoscritto da entrambe e che tuttavia si è trovato poi a fronte di una serie di distinguo da parte di altri operatori portuali interessati in particolare ai forestali, con un conseguente “stop di approfondimento” all’accordo stesso da parte dell’Authority. Resta da capire se e come giovedì si risolverà la cosa: o se ci sarà un ennesimo rinvio delle scelte.
Da capire anche se l’Authority intenderà sciogliere nella riunione di giovedì l’altro nodo, quello del bacino di carenaggio. Da tempo si sta aspettando lo studio del RINa su tecnologie e costi di riattivazione del superbacino, che di recente è diventato anche oggetto di una proposta di ricevere il relitto della “Costa Concordia”. Infine, dovrebbero esserci le comunicazioni relative ai lavori avviati: in particolare il IV lotto della sponda est della Darsena Toscana e la seconda vasca di colmata, progetti entrambi propedeutici al “porto dei porti”, ovvero al terminal multipurpose e alla nascita della nuova Piattaforma Europa, sia pure ridimensionata.
E alla Piattaforma Europa, che è ancora ferma alle tante incognite per il consolidamento della prima vasca di colmata, si riallaccia la lunga, lunghissima serie di progetti prodotti ormai nei secoli per la nascita di un porto moderno. Con un precedente fino a ieri ignorato, e ritrovato da un attento cultore della storia portuale: il progetto di ampliamento del porto di Livorno elaborato nel 1908 dagli uffici tecnici del ministero, approvato “dal comitato cittadino e dai rappresentanti degli enti locali” in un’adunanza del 30 marzo di quell’anno. Il progetto, di cui abbiamo riportato un disegno di massima in prima pagina, alla luce delle tecnologie di oggi sembra molto più moderno della attuale Darsena Toscana, in quanto non infila le navi in un budello e offre uno sviluppo di banchine assai maggiore, per di più orientate a traversia. Fu inviato, con la benedizione di tutti gli enti livornesi, al ministero, pubblicato anche in un volume completo di dati tecnici dall’Unione Poligrafica Livornese. Poi se ne persero le tracce, e finì lì. Come i tanti altri progetti che sono seguiti nei decenni, compreso quello della mega-piattaforma Europa alla quale oggi nessuno ha più il coraggio di riferirsi.
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