Visita il sito web
Tempo per la lettura: 4 minuti

Diritti fissi, replica Assagenti/Spediporto

Giovanni Cerruti e Roberta Oliaro.

GENOVA – Assagenti e Spediporto hanno replicato, in una affollata conferenza stampa, alle accuse mosse dall’AGCM sottolineando nei dettagli gli argomenti di difesa contro la sentenza che ha sanzionato le due associazioni di categoria, Assagenti e Spediporto, oltre a quindici agenzie marittime, per aver siglato l’accordo sui diritti fissi.

Il diritto fisso è un compenso versato dallo spedizioniere all’agente marittimo per la compilazione dei documenti utili al trasporto terrestre e marittimo ed è una voce accessoria – ha spiegato Giovanni Cerruti, presidente Assagenti – che rappresenta meno dell’1% del costo totale del trasporto porta a porta. Sempre secondo un’indagine di Spediporto, incide circa lo 0,001% sul prodotto finale al consumo, pertanto non è in grado di costituire di per sé un elemento anticoncorrenziale.


[hidepost]

Assagenti rifiuta la tesi dell’AGCM secondo la quale si è in presenza di un accordo orizzontale, stipulato da agenzie marittime concorrenti che operano allo stesso livello della catena di distribuzione. «L’intesa sui diritti fissi ha dichiarato Cerruti – è di natura verticale, concordata tra due Associazioni di categoria che operano a un livello differente della catena distribuzione. Questo tipo di accordo è lecito e considerato dalla teoria economica come un incentivo all’efficienza».

La tesi dell’accordo orizzontale non si sposa nemmeno con le dichiarazioni di Spediporto: «Le analisi economiche – ha aggiunto a sua volta Roberta Oliaro, presidente Spediporto – condotte sul presunto impatto anticoncorrenziale dell’accordo sui clienti e sui consumatori hanno dimostrato la totale irrilevanza dei diritti fissi e del c.d. sconto di fidelizzazione. Percentuali infinitesimali sul cliente e sul consumatore. Assenza totale di un concreto interesse economico degli spedizionieri all’aumento dei diritti fissi e di un appetibile interesse economico allo sconto di fidelizzazione. I freddi dati economici ci dicono che siamo ben lontani da scenari anticoncorrenziali. Ecco perché nutriamo sconcerto e amarezza per la pronuncia dell’Antitrust».

Il comunicato diramato dall’AGCM sulla stampa genovese parla di un accordo segreto, che Assagenti smentisce mostrando numerosi articoli della stampa locale e nazionale che trattano dell’argomento. Anche le delucidazioni fornite dalle federazioni nazionali, Federagenti e Fedespedi, nel 2002 alla stessa AGCM sugli accordi inter-associativi lasciano intendere che non ci siano i presupposti di segretezza, soprattutto perché a quelle dichiarazioni l’Autorità non ha dato seguito con nessuna istruttoria.

«L’Autorità – ha dichiarato Cerruti – ha preferito sanzionare le singole agenzie, al posto delle Associazioni di categoria. Questo al solo scopo di poter comminare una sanzione di 4 milioni di euro, che non sarebbe stato possibile applicare alle Associazioni di categoria, visto il limite massimo del 10% del fatturato previsto dalla normativa».

L’entità della sanzione applicata dall’AGCM – dicono ancora le due associazioni – non risulta avere precedenti. Si ha evidenza di accordi portati avanti da una parte a danno dell’altra, in cui i criteri di calcolo della sanzione sono stati ben inferiori al 50% di quanto applicato a questo caso. Le conseguenze di questa azione rischiano di minare il fragile equilibrio in cui si trovano le aziende, già provate dalla crisi del settore.

«E’ opportuno domandarsi – ha concluso Cerruti – se sia giusto che la totale libertà decisionale dell’Autorità per la Concorrenza possa, in casi come questo, creare danni sociali ed economici dalle conseguenze imprevedibili».

“Nessun danno reale alla concorrenza o al mercato. la sentenza è profondamente ingiusta.” E’ questa in sintesi la chiave di lettura che il presidente della Spediporto, Roberta Oliaro, ha dato a sua volta con riferimento alla pronuncia dell’Antitrust.

Il presidente della Spediporto ha tenuto inoltre a sottolineare come questa non sia una convinzione “di circostanza”, una difesa d’ufficio, ma la lettura reale di quanto è stato rappresentato all’attenzione dell’Antitrust. Questa è la lettura dei fatti che emerge dalle produzioni e dalle difese della Spediporto.

In particolare il presidente Oliaro ha sottolineato come: l’Accordo era pacificamente non segreto e prettamente locale (valeva solo per le case di spedizione genovesi). Gli Accordi sui Diritti Fissi – siano essi genovesi, livornesi, triestini, veneziani etc. – erano perfettamente noti e conosciuti all’Autorità sin dal 1997. Ciò sta a significare che erano ritenuti perfettamente leciti. E nulla è cambiato da allora. E non poteva essere diversamente: i Diritti Fissi – soprattutto per gli Agenti di Linea Integrati – non potevano e non possono danneggiare il business principale dell’Armatore a cui essi rispondono. Le analisi economiche sul presunto impatto anticoncorrenziale dell’accordo hanno chiaramente dimostrato (documenti alla mano) la totale irrilevanza dei diritti fissi e del c.d. sconto di fidelizzazione. Percentuali infinitesimali sul cliente e sul consumatore. Assenza totale di un concreto interesse economico degli spedizionieri all’aumento dei diritti fissi (anzi, proprio il contrario) e assenza di un appetibile interesse economico allo sconto di fidelizzazione. I freddi dati economici ci dicono che siamo ben lontani, anche solo a livello di ipotesi, da scenari anticoncorrenziali. A meno che non si ritenga che un’incisività dello 0,029% del Diritto Fisso sul costo dell’operazione economica sia di tale rilevanza da determinare sviamento del traffico e danno all’utente e o al consumatore! Non vi è stato pertanto alcun comportamento in grado di danneggiare la concorrenza tra Stati Membri (semmai si è cercato di garantire una già minima capacità competitiva delle imprese italiane).

[/hidepost]

Pubblicato il
28 Marzo 2012

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora