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Dogana Livorno e la guerra del “televisore”

LIVORNO – Botta e risposta tra Agenzia interregionale delle dogane e le principali associazioni di categoria degli operatori portuali di Livorno. Con tanto di lettere, controlettere, smentite e incazzature (pur mantenute da entrambe le parti nei limiti del fairplay) apparse nei giorni scorsi sulla cronaca labronica de La Nazione.


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Il punto: nuove procedure più complicate, con i precedenti lasciapassare che non servono più. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il trasferimento degli uffici della Dogana livornese dalla sede di via delle Cateratte al palazzo in piazza dell’Arsenale (porto mediceo) da dove gli uffici stessi furono spostati una decina d’anni or sono. Le associazioni Asamar, Assimprese, Assocad, Associazione Industriali (Confindustria) Associazione Spedizionieri doganali, Assoterminal, Spedimar, firmarono una prima lettera il 2 febbraio, elencando in tre pagine fitte fitte le criticità che si sarebbero verificate spostando di nuovo gli uffici della dogana al Mediceo: area congestionata dal traffico, articolazione del vecchio palazzo a “televisore” poco efficiente, poca sicurezza, oltre 13 km di distanza dal porto commerciale dove si svolgono il 90% delle attività soggette a Dogana, eccetera. Chiesero di sospendere il previsto trasferimento degli uffici, ma senza avere risposta.

Stesso risultato con una seconda lettera del 13 marzo, in cui si suggeriva anche di utilizzare il “televisore” per uffici deputati a controlli extradoganali (Fitosanitari, Uvac, Agecontrol) oggi sparsi in varie sedi cittadine, concentrando invece tutti quelli doganali in via delle Cateratte; dove peraltro si sono trasferiti negli anni molti operatori proprio per essere vicini alla Dogana.

Solo dopo una notizia uscita su La Nazione, il direttore interregionale dell’Agenzia delle dogane Gianfranco Brosco ha ritenuto di rispondere al giornale “smentendo “ le proteste degli operatori e sostenendo imprudentemente che erano riferite “a fatti generici non suffragati da circostanze precise”.

Nel frattempo il trasferimento in piazza dell’Arsenale è stato praticamente completato. Non certo con la soddisfazione dei firmatari dei due (inascoltati) appelli. Tanto che qualcuno ha anche voluto avanzare il dubbio di possibili, eventuali particolari vantaggi retributivi o di indennità a giustificazione totale o parziale del tanto contestato trasferimento. Dubbio ovviamente da respingere, in rapporto all’interesse generale, Ma sul porto ricordano il detto di Andreotti: a pensar male si fa peccato, però a volte s’azzecca…

A.F.

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Pubblicato il
4 Aprile 2012

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