Dal Salone SITL di Parigi tanti porti, poche certezze
Sette porti italiani presenti con la collettiva “Italy all in one”- I dubbi sulla proliferazione delle iniziative fieristiche di settore
PARIGI – Logistica e trasporti sono stati i principali soggetti della fiera internazionale SITL, che si è tenuta la settimana scorsa nella capitale francese con un panel di oltre settecento espositori e una speciale “ospitalità” per il Marocco. La fiera era divisa in cinque settori specializzati: oltre alla logistica e ai trasporti, c’erano infrastrutture, immobiliare e sistemi tecnologici di movimentazione.
[hidepost]
I porti italiani hanno partecipato con una collettiva “Italy all in one” che ha visto insieme Genova, La Spezia, Gioia Tauro, Napoli, Savona, Palermo ed Augusta. Tutti alla ricerca – hanno sottolineato i porti in questione – di nuovi contatti e di nuovi partners commerciali. Alcuni dei porti hanno coinvolto nella fiera anche le imprese che operano sulle loro banchine, come Gioia Tauro che ha dato spazio in particolare alla Sogemar del gruppo Contship.
Nel corso del salone di Parigi si è tenuta anche la prima assemblea generale dell’anno 2012 del gruppo europeo “Med Ports Community” del quale Salerno è porto di presidenza da tempo. Il gruppo parteciperà tra l’altro al prossimo bando, previsto per la fine di questo mese, del programma europeo “Med” per sviluppare ulteriormente la cooperazione internazionale nel campo della logistica e dell’informatica dedicate alla gestione portuale.
Fin qui le comunicazioni pervenute dai principali porti che hanno preso parte a SITL. Val la pena rilevare che ormai la convegnistica sulle tematiche della portualità, dei trasporti in genere e della logistica intermodale è diventata sua volta un moltiplicatore di impegni, tanto che c’è chi comincia a chiedersi se la partecipazione acritica a tutte queste manifestazioni – partecipazione che costa, e non poco – sia sempre giustificata. Specie in tempi come questi nei quali molti dei progetti che vengono presentati in pompa magna dai vari porti sembrano destinati a lunghi periodi di stand-by o peggio se non hanno basi economiche principalmente nei grandi gruppi internazionali privati.
[/hidepost]