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Le prime cento flotte al mondo secondo il rapporto Alphaliner

Dati significativi non solo sulla realtà d’oggi ma anche sugli ordini in corso – Chi crescerà di più in percentuale – Le prospettive della ripresa del trade internazionale

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GENOVA – La tabella, realizzata con i dati aggiornati a pochi giorni or sono, esattamente il 19 aprile, è di quelle che fanno la radiografia completa alle principali compagnie di navigazione del settore containers. Val la pena di studiarla con un po’ d’attenzione, specie nella prima e nell’ultima colonna: perché se conta molto la consistenza delle varie flotte al momento d’oggi, contano anche gli ordini in corso, che secondo una diffusa interpretazione possono anche diventare veri e propri “macigni” sulla strada di una gestione corretta ed economica delle flotte. Perché troppi ordini di grandi navi – e ormai quasi tutte le principali compagnie si sono da tempo orientate verso le colossali unità da oltre 15 mila Teu – rappresentano una pesante incognita in un futuro prossimo di cui non si vede bene la situazione economica del commercio mondiale.


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Come in una gara tra ciechi, chi avrà azzeccato le previsioni sulla ripresa avrà le maggiori chanches: il che vuol dire che chi avrà troppe navi con troppa stiva troppo presto sarà destinato a soffrire più degli altri. E al contrario, chi avrà navi e stiva sufficienti in tempo utile per una ripresa veloce – in cui tutti sperano anche se pochi credono sia prossima – avrà l’occasione storica di battere gli altri.

Fin qui i principi generali. Nel dettaglio, è senz’altro significativo che la prima compagnia al mondo, la Maersk danese, è anche quella che ha attualmente un maggior numero di navi in ordinazione, ben 39. Ma se facciamo un raffronto tra le attuali flotte e le ordinazioni, si vede che l’impegno maggiore a crescere è della taiwanese Evergreen con ordini per oltre il 48% della flotta attuale, seguita a strettissima misura dalla tedesca Hamburg Sud Group. Tra le prime venti anche Hanjin e Zim hanno ordini per oltre il 40% della flotta.

L’unica italiana (ma in realtà di bandiera svizzera) la Msc di Gianluigi Aponte mantiene saldamente la 2ª posizione nella classifica generale e non si tiene certo sulla difensiva, avendo anch’essa ordini per 33 navi dalla capacità di quasi 400 mila ulteriori Teu.

La tabella non si occupa invece di un altro dato molto importante, che di questi tempi ha il suo valore accresciuto proprio dalla crisi: quello relativo alle dismissioni o demolizioni di navi. C’è il boom mondiale in entrambi i campi e si sa. Ma è certo che non saranno i giganti a tagliarsi le gambe riducendo troppo le proprie flotte: avendo scelto semmai la formula dell’accordo sugli slots in attesa che “abbia a passar a’nuttata”.

A.F.

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Pubblicato il
28 Aprile 2012

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