Sul relitto, vertici e problemi
Oggi in Regione Toscana il confronto con Micoperi – A Livorno si valutano le soglie di accesso al porto e al bacino
LIVORNO – Ci sarà oggi in Regione Toscana un vertice indetto dal presidente Rossi per entrare nei dettagli tecnici delle offerte per la gestione tutta locale del relitto della Costa Concordia. Parteciperanno le istituzioni della fascia costiera, i rappresentanti delle imprese di carpenteria metallica e di costruzioni navali e i tecnici della Micoperi anche in rappresentanza di Titan: ovvero della joint-venture che ha vinto la gara per rimettere a galla e trasferire il relitto del Giglio.
In precedenza, mercoledì scorso, c’era stato un altro incontro tecnico nel Comune di Livorno con il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà, l’assessore comunale Enzo Picchi per il sindaco, il segretario generale della Port Authority Massimo Provinciali, il presidente della Confindustria locale Gemignani e inoltre esponenti di Cna e dei sindacati.
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La “road map” indicata dallo stesso presidente della Regione, esaminata mercoledì, prevede come noto che la piattaforma di appoggio ai mezzi operativi per il recupero sia Piombino, dove il presidente dell’Authority locale Luciano Guerrieri si è già mosso offrendo una disponibilità di oltre 100 mila metri quadri di aree parzialmente affacciate sul mare. Tra Livorno e Carrara – ma in particolare su Livorno, per caratteristiche del porto e per l’esistenza del grande bacino di carenaggio – dovrebbero essere realizzati in tempi brevi i 30 grandi cassoni di carpenteria metallica necessari per raddrizzare e rimettere in galleggiamento il relitto. Migliaia di tonnellate di ferro da lavorare per le quali sono stati specificati anche i tempi: non più di 4 mesi “da subito”, perché Micoperi si sta impegnando a rimettere in galleggiamento il relitto entro il prossimo gennaio (possibilmente nella ricorrenza del tragico naufragio).
Confindustria Livorno e Cna si sono impegnate a fare velocemente un elenco delle imprese di carpenteria che possono operare su questo tipo di lavori: elenco da portare già oggi a Firenze. A sua volta l’Autorità portuale farà rapidamente i calcoli sulla “soglia” dei fondali necessaria per far entrare il relitto fino alla banchina di fianco al bacino (probabilmente la 75 o la 76). I tecnici hanno già premesso che ci sarà un delicato lavoro di alleggerimento del relitto per poterlo far attraccare. Subito dopo dovranno essere smontati interni e sovrastrutture a banchina, per un ulteriore alleggerimento al fine di far entrare la nave in bacino dove demolirla.
Tempi strettissimi dunque per il programma orchestrato dal presidente Rossi: sui quali si sono detti tutti d’accordo in linea di massima, pur con la necessità di non interferire con i programmi del cantiere Benetti e di non creare danni indotti alla vocazione del mediceo e del comparto della Porta a Mare per il grande yachting. Il presidente della Provincia Kutufà a sua volta ha sottolineato che il relitto può rappresentare un’occasione di lavoro fondamentale “ma a patto che le imprese del comparto la sappiano cogliere con proposte valide tecnicamente ed economicamente”. Nella sostanza, tutto è affidato non solo alla capacità delle imprese locali (Rossi come noto chiede un occhio di riguardo anche per quelle dei cantieri Nuova Apuania di Carrara) ma anche alle condizioni “fisiche” del porto e del bacino di carenaggio, per valutare se siano o no in grado di accogliere l’immenso relitto allargato e appesantito dai cassoni di sollevamento.
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