La “Spending” e la Consulta non consultata
ROMA – Dicono che la Spending rewiew stia facendo vittime innocenti. Dicono anche che sta riscoprendo tanti filoni inutili che lo Stato ha finanziato per non averne indietro che poche briciole.
[hidepost]Dicono anche che la cosiddetta “Consulta dell’autotrasporto”, presieduta dall’ineffabile onorevole Giachino, sia compresa tra le “cose” affondabili, anzi già affondate.
Ovviamente c’è chi protesta per questa decisione. Come sempre, del resto: protestano per l’annunciato accorpamento delle Province (ammesso e non concesso che la montagna non partorisca il topolino), protestano per la riduzione delle auto blu, protestano per la semplificazione della burocrazia dello Stato (c’è chi nelle complicazioni della suddetta ci ha campato e ci campa bene), eccetera. Della Consulta sull’autotrasporto francamente non molti sentiranno la mancanza: perché malgrado la buona volontà dei singoli, non ha certo cambiato le cose. E in particolare, è stata una Consulta che il governo si è ben guardato dal consultare: si veda il continuo aumento delle accise sui carburanti che a cascata ha massacrato l’autotrasporto e i prodotti da autotrasportare.
Purtroppo, nell’affondamento delle “cose” superflue, il governo non ha ancora affrontato il nodo più importante, quello dei troppi benefits della Casta. Capisco che il discorso ci fa cadere nel populismo: ma in tempi di massacro generale di chi lavora e cerca di produrre, di tasse su tutto e su tutti e di prelievi record su salari e pensioni, la denuncia apparsa nei giorni scorsi su alcuni giornali secondo la quale i parlamentari hanno – oltre che laute prebende – anche un’Irpef ultra-ridotta ha fatto bollire il sangue a molti.
Aspettiamo dunque (invano?) che la Spending rewiew ci faccia anche questo altro regalo. Non vorremmo che anche Monti, come Catilina in altri tempi, abusasse della nostra generale pazienza.
A.F.
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