Visita il sito web
Tempo per la lettura: < 1 minuto

La “Spending” e la Consulta non consultata

ROMA – Dicono che la Spending rewiew stia facendo vittime innocenti. Dicono anche che sta riscoprendo tanti filoni inutili che lo Stato ha finanziato per non averne indietro che poche briciole.

[hidepost]Dicono anche che la cosiddetta “Consulta dell’autotrasporto”, presieduta dall’ineffabile onorevole Giachino, sia compresa tra le “cose” affondabili, anzi già affondate.

Ovviamente c’è chi protesta per questa decisione. Come sempre, del resto: protestano per l’annunciato accorpamento delle Province (ammesso e non concesso che la montagna non partorisca il topolino), protestano per la riduzione delle auto blu, protestano per la semplificazione della burocrazia dello Stato (c’è chi nelle complicazioni della suddetta ci ha campato e ci campa bene), eccetera. Della Consulta sull’autotrasporto francamente non molti sentiranno la mancanza: perché malgrado la buona volontà dei singoli, non ha certo cambiato le cose. E in particolare, è stata una Consulta che il governo si è ben guardato dal consultare: si veda il continuo aumento delle accise sui carburanti che a cascata ha massacrato l’autotrasporto e i prodotti da autotrasportare.

Purtroppo, nell’affondamento delle “cose” superflue, il governo non ha ancora affrontato il nodo più importante, quello dei troppi benefits della Casta. Capisco che il discorso ci fa cadere nel populismo: ma in tempi di massacro generale di chi lavora e cerca di produrre, di tasse su tutto e su tutti e di prelievi record su salari e pensioni, la denuncia apparsa nei giorni scorsi su alcuni giornali secondo la quale i parlamentari hanno – oltre che laute prebende – anche un’Irpef ultra-ridotta ha fatto bollire il sangue a molti.

Aspettiamo dunque (invano?) che la Spending rewiew ci faccia anche questo altro regalo. Non vorremmo che anche Monti, come Catilina in altri tempi, abusasse della nostra generale pazienza.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
1 Settembre 2012

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio