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Per le scorte anti-pirateria sulle navi ancora aperti i problemi delle armi

Intanto la Commissione navigazione di Altura di Confitarma incontra il sottosegretario agli esteri de Mistura – I risultati positivi delle scorte militari

ROMA – Il contrasto alla pirateria, secondo l’armamento italiano, ha segnato già un punto a favore da quando sulle nostre navi – come su quelle di altri paesi – s’imbarcano militari armati. E malgrado l’assurda vicenda dei due marò italiani ancora bloccati in India dopo la sparatoria contro un peschereccio ritenuto pirata, sia Confitarma sia il governo italiano sono del parere che le scorte armate vadano aumentate e potenziate. Il problema, come noto, è che la Marina Militare italiana non può fornire che un numero limitato di team: da qui le sollecitazioni per aprire le scorte anche alle guardie armate non militari.
[hidepost]Se n’è parlato nel corso della riunione della commissione navigazione oceanica di Confitarma, presente il sottosegretario agli affari esteri della Farnesina Staffan de Mistura.
In un lungo comunicato congiunto si è affrontato il problema dei contractors non militari in termini generali (riportiamo la parte saliente del comunicato), ma le parti rimangono consapevoli che esistono ancora notevoli difficoltà perchè i primi “civili” armati possano salire sulle navi. Tutto questo malgrado la commissione difesa del Senato abbia recentemente approvato la risoluzione che modificherebbe la legge 130 del 2011 sul tema delle scorte armate anti-pirateria. La risoluzione presentata da Roberta Pinotti (PD) e Paolo Amato (Pdl) allarga le scorte armate alle guardie giurate civili attraverso un regolamento attuativo che peraltro sta incontrando difficoltà giuridiche e tecniche. Vi si propone la centralizzazione delle procedure di autorizzazione all’imbarco, l’allargamento delle scorte armate anche alle navi da pesca oceanica e alle navi da crociera e la preparazione con appositi corsi delle guardie civili (ai quali dovrebbero essere imposti anche i corsi Stcw di aggiornamento dei marittimi). Rimane aperto il grosso problema delle armi a bordo: definire a chi devono essere in carico (armatore, comandante della nave, team di autodifesa) e sulla base di quale normativa, visto che le leggi attuali vietano di tenere armi nelle navi non da guerra.
Per quanto riguarda l’incontro alla commissione di Confitarma.
Il presidente di Confitarma ha rinnovato l’apprezzamento dell’armamento italiano per la proficua collaborazione avviata con la Marina Militare che, grazie all’imbarco dei Nuclei Militari di Protezione sulle navi mercantili italiane ha evitato numerosi attacchi alle nostre unità. “Abbiamo condiviso 114 protezioni dall’avvio del progetto nell’ottobre 2011”. Ha poi ribadito la disponibilità e l’interesse dell’armamento a migliorare ove possibile la Convenzione firmata l’11 ottobre 2011 da Confitarma e ministero Difesa, al fine di renderla ancor più rispondente alla realtà operativa, “soprattutto alla luce dell’esperienza maturata in India con il caso dell’Enrica Lexie. Cionondimeno, Paolo d’Amico ha ribadito l’esigenza di un rapido completamento dell’impianto normativo con il decreto attuativo che dovrà consentire l’imbarco – come già scritto – anche di team privati nei casi in cui non fossero disponibili o non fosse possibile imbarcare i NMP.
Staffan de Mistura nel ribadire come la libertà e la sicurezza della navigazione sia una priorità nazionale che la Farnesina si impegna a promuovere e tutelare nei rapporti bilaterali e nei fori internazionali, ha illustrato come i pirati somali stanno diventando sempre più pericolosi, “sempre più ricchi” ed in grado di attaccare i mercantili anche a grandi distanza dalla costa grazie all’utilizzo di navi madre.
Il sottosegretario de Mistura ha poi espresso piena soddisfazione per l’alta qualità del servizio reso dai Fucilieri della Marina impiegati a protezione dei mercantili “efficace deterrente che ha garantito che nessuna nostra nave subisse un attacco di successo” e per quanto riguarda il rilascio dei sottufficiali di Marina indebitamente detenuti in India, lo stesso sottosegretario ha ricordato il massimo impegno del Governo e suo personale per la risoluzione di tale vicenda ribadendo che anche nelle missioni di contrasto alla pirateria, come in tutte le operazioni di pace, debbano essere rispettati i principi fondamentali del diritto internazionale quali lo status di agenti dello Stato dei componenti NMP e la sovranità esclusiva dello Stato di bandiera nelle acque internazionali. Rivolgendosi ai nuovi capi team dei Nuclei Militari di Protezione della Marina Militare – che ha voluto salutare uno ad uno – ha affermato che la difesa delle navi mercantili è troppo importante per il Paese e che comunque, anche in caso di incidenti, bisogna “andare avanti” nella consapevolezza che “mai e poi mai l’Italia mollerà i suoi militari”.
L’ammiraglio di divisione Donato Marzano, ha ricordato l’efficiente sinergia tra marina militare e marina mercantile e i risultati positivi ottenuti grazie al coordinamento delle forze militari con Confitarma e i CSO delle aziende di navigazione. L’ammiraglio Marzano ha poi ringraziato calorosamente il sottosegretario De Mistura per quanto, sin dal primo momento, il ministero degli Esteri ha fatto per tutelare in India i due fucilieri Latorre e Girone e per quanto sta facendo per riportarli in Patria.

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Pubblicato il
24 Ottobre 2012

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