Il mare il lavoro e i maligni
LA SPEZIA – Qualche volta le coincidenze aiutano a capire meglio. Così sabato scorso, trovandomi a moderare nell’Urban Centre spezzino (a proposito: complimenti al Comune e al sindaco Massimo Federici per la bellissima struttura) il dibattito sul “mondo del lavoro del mare tra oggi e domani” ho ascoltato la relazione del presidente Forcieri sul suo porto, che preannunciava l’approvazione – poche ore dopo – del bilancio di cui si parla a fianco.
Forcieri è un politico di lungo corso: ma ha il merito di saper parlare chiaro quando vuole. E del “suo” porto ha detto chiaro e tondo quello che ormai solo i ciechi non vedono: grazie alle sinergie con il gruppo Contship, e grazie all’appoggio di un Comune e di una Regione che sulla portualità non fanno solo chiacchiere, La Spezia sta marciando a tutto regime, non solo con importanti obiettivi ma con altrettanto importanti realizzazioni.
[hidepost]In sostanza: sono dimenticati i tempi in cui il porto spezzino funzionava nei traffici containers solo come ruota di scorta per i ricorrenti guai di Genova e Livorno.
Tornerò nel prossimo numero sul convegno in questione, intitolato “La Spezia: città, mare, futuro” e sulle appassionate conclusioni sia del sindaco Massimo Federici che del direttore generale del ministero dell’ambiente Renato Grimaldi. A entrambi non è mancata la passione: sia per il mare, sia per chi dal mare si aspetta un futuro non di soli sacrifici, sia per la propria missione malgrado i mille vincoli imposti dalla crisi (tanto per citarne uno: il ministero di Grimaldi funziona ormai con un quinto del personale necessario ma con crescenti responsabilità operative). Quello che è apparso chiaro è che a La Spezia, in modo molto diverso da altri porti che ben conosciamo, prevale il pensiero positivo su quanto il mare può dare e sta dando: la chiave di crescita dei traffici marittimi, di possibilità (anch’esse in crescita) dell’economia turistica, di prospettive della nautica da diporto (che pure attraversa una fase di devastante crisi). Interventi come quello dell’assessore alle Infrastrutture della Liguria Raffaella Paita, dello stesso Forcieri e del presidente dell’ente parco delle Cinque terre comandante Vittorio Alessandro (il suo, sia detto brutalmente, è uno dei pochi parchi sul mare che funzionano davvero) sono la conferma di un sistema che lavora bene e che produce risultati. Al di la delle chiacchiere e dei progetti faraonici che vediamo in giro per l’Italia e che sono destinati a rimanere carta straccia.
Però mi sia consentita una nota di (forse gratuita) malignità. Al convegno erano preannunciati – e molto attesi – gli interventi di due genovesi Doc, il presidente di Ucina Anton Francesco Albertoni e il presidente della Liguria Claudio Burlando: ed entrambi hanno dato buca, preavvisando solo poche ore prima e senza farsi sostituire. Malignità non solo mia (forse, ripeto: gratuita): non sarà che La Spezia è candidata a far le scarpe all’Ente Fiera di Genova per il salone della nautica e sia Albertoni sia Burlando hanno voluto evitare domande imbarazzanti? Io ho provato a farle, le domande. E gli spezzini mi hanno risposto con silenziosi sorrisi. Come a dire: si vedrà.
Antonio Fulvi
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