Missione ad Haifa sui traffici reefer
Portuali, Provincia e Autorità portuale sono andati a sondare le possibilità di operare con gli israeliani sul terminal della Cilp – Il problema dei fondali
LIVORNO – Una missione ad Haifa, alla ricerca – se volessimo ironizzare – del tempo perduto: o meglio, dei partners perduti. Una missione che come tutte le missioni ha il merito di aver piantato un seme, dal quale però si attendono frutti in tempo non brevissimi, e con tutte le variabili dipendenti dalla crisi internazionale, dallo sviluppo dello shipping e dalla concorrenza degli altri porti.
La missione è stata condivisa dall’Autorità portuale (Vianello), Provincia (Nocchi) e Livorno Reefer (Boccone) con incontri sia con i dirigenti della portualità israeliana, sia con gli specialisti dei traffici ortofrutticoli – una delle forze economiche di Israele all’export – sia infine con rappresentanti della compagnia di bandiera Zim per il settore Reefer (Mordechay Azari). [hidepost]Si è parlato in termini generali di gemellaggio tra i porti di Livorno ed Haifa; e in termini particolari di possibili filoni di traffico reefer per il terminal della Compagnia portuali, tuttora in sofferenza e alla ricerca di nuovi clienti. Sondaggi, per il momento: visto che sul Reefer la Zim si appoggia a Koper (Capodistria) e vi si trova sostanzialmente bene. Tutto ovviamente dipende dalle offerte che da Livorno arriveranno presto in termini concreti di costi e di tempi. Intanto la delegazione è rientrata con la chiara percezione che agli israeliani il porto di Livorno interessa sempre, sia per motivi storici sia perché c’è stata e rimane una reciproca amicizia. Il problema semmai è quello delle strutture portuali livornesi che per lunghi anni gli israeliani hanno sperato di veder adeguarsi alle esigenze delle navi moderne, e che per lunghi anni hanno constatato essere rimaste pressoché le stesse. I dragaggi in primo luogo: e non solo e non soltanto quelli in Darsena Toscana e nel canale del Marzocco, ma anche e specialmente quelli alla bocca sud del porto, dove le grandi navi hanno da tempo difficoltà di manovra e rischiano di finire – in uscita – con la poppa in secca sui mammelloni di fango segnalati allo sfinimento sia dall’allora responsabile di Zim Angelo Roma, sia dagli stessi piloti portuali.
Un elemento positivo comunque i livornesi sono stati in grado di fornirlo: l’annuncio che è stato completato l’iter della gara di dragaggio della bocca sud e che il dragaggio stesso potrà partire quasi certamente prima della fine dell’anno. Forse non sarà il dragaggio dei 400 mila metri cubi auspicato a suo tempo da Angelo Roma e dal comandante dei piloti Ciro Milani: ma anche i circa 150 mila metri cubi della gara attuale male non faranno. E specialmente sarà un segnale importante del fatto che dopo tante promesse finite nel vuoto, anche a Livorno qualcosa di importante finalmente si comincia a fare. Un segnale che potrebbe ridare fiducia in Livorno anche agli amici della Zim.
A.F.
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