Ravenna esce dal NAPA e da Assoporti
Il presidente De Marco parla di esigenze localistiche prevalenti sulla programmazione nazionale
RAVENNA – Con riferimento alle decisioni assunte in aula alla Camera in sede di discussione del maxiemendamento alla Legge di stabilità, il presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco ha dichiarato, con effetto immediato, l’uscita dell’Autorità Portuale di Ravenna sia da Assoporti che da NAPA, l’Associazione dei Porti del Nord Adriatico.
[hidepost]Infatti è stato inaspettatamente introdotto – dice una nota – nel maxi emendamento alla Legge di stabilità in discussione, un finanziamento di 100 milioni di euro per la realizzazione della piattaforma d’altura nel porto di Venezia, il cosiddetto porto “off-shore”, il cui costo complessivo – secondo quanto si è letto sulla stampa – supera i due miliardi di euro.
La decisione assunta per non “rischiare di limitare le potenzialità di sviluppo del porto di Venezia” secondo le parole dell’onorevole Brunetta – insieme all’onorevole Baretta relatore del maxi-emendamento – tiene conto delle esigenze dei porti adriatici di Venezia e Trieste, ritenuti “complementari”, e prosegue Brunetta “potrebbe risolvere i problemi di entrambi i porti”, dimenticando completamente il porto di Ravenna.
“Tale decisione, che contrariamente a quanto dichiarato dal viceministro Ciaccia in più occasioni risponde soltanto ad esigenze localistiche e non piuttosto ad una visione di insieme delle esigenze della intera portualità italiana, non potrà che creare una profonda spaccatura nel settore”.
All’Autorità Portuale di Venezia sono destinati 100 milioni di euro per un progetto che, sottolinea il presidente Di Marco: “Nessuno ha ancora istruito e che, date le modalità di erogazione del finanziamento, non sarà comunque soggetto ai lunghi e complicati iter procedurali cui tutti i progetti degli altri porti hanno dovuto sottostare in questi anni”.
Il porto di Ravenna, ci preme evidenziarlo ancora una volta – dice Di Marco – ha faticosamente ottenuto, con delibera del CIPE del 26 ottobre scorso, un finanziamento di 60 milioni di euro per l’escavo dei fondali, a fronte della presentazione di un progetto, quello dell’ “Hub Portuale di Ravenna”, estremamente dettagliato ed oggetto di un iter autorizzativo complesso ed articolato. Questo anche quale riconoscimento del ruolo di leadership dello scalo che, nonostante si continui a considerare di rango minore, è il solo porto italiano presente tra i primi 5 porti in una qualsiasi classifica europea (secondo Eurostat), nel settore delle merci varie non unitizzate.
Il porto di Ravenna ha movimentato oltre 23 milioni di tonnellate di merci nel 2011 – e ricordiamo i 27 milioni di tonnellate del 2006 – e si candida, con il futuro approfondimento dei fondali a consolidare il proprio primato nella movimentazione delle merci secche alla rinfusa, oltrechè – grazie al progetto del nuovo terminal container – ad affermarsi anche nel settore dei contenitori.
“Tutto ciò premesso, risulta evidente – afferma il presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco – che non sussistono più le condizioni necessarie al permanere all’interno delle compagini associative né di ASSOPORTI, che raduna le Autorità Portuali italiane, né tantomeno di NAPA, i cui membri sono i porti di Ravenna, Venezia, Trieste, Koper e Rijeka. Pertanto comunicherò nei prossimi giorni al presidente del NAPA attualmente in carica e, in occasione del direttivo di lunedì prossimo (già avvenuto, n.d.r.), direttamente ad Assoporti, l’uscita dell’Autorità Portuale di Ravenna da entrambi questi organismi di rappresentanza”.
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