Assologistica chiama Roma

Galliano Di Marco
MILANO – Lo stato di agitazione dell’intera categoria – sottolinea Assologistica – e lo sciopero proclamato per il 5 dicembre da Cgil e CISL per i dipendenti delle Autorità Portuali (e dalla UIL anche per i dipendenti di Imprese e Terminal portuali) interrompe un lungo periodo di pace sociale.
Al danno inevitabile, si aggiunge la beffa di uno sciopero indetto per un contenzioso che non è motivato dalle ragioni classiche del conflitto sociale, ma che trae origine da una disputa giuridica finita davanti al Consiglio di Stato a proposito dell’assoggettamento delle Autorità portuali al blocco delle retribuzioni nel pubblico impiego.
Assologistica, non entrando nel merito della questione, si limita a rilevare che il contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento per tutti i lavoratori dei porti è stato sottoscritto in piena legittimità anche da Assoporti, in rappresentanza delle Autorità Portuali, secondo le previsioni della Legge 84/94. E’ quindi vigente ed applicato con comune soddisfazione.
[hidepost]Non è accettabile che per una disputa irrisolta su una questione oggettivamente marginale, se comparata alla situazione economica del Paese e del settore, si mettano a repentaglio le attività portuali commerciali e dei passeggeri, contraddicendo l’impegno comune teso a contenere il calo dei traffici provocati dalla crisi internazionale. Particolarmente in questo periodo dell’anno, nel quale i porti dovrebbero poter lavorare a pieno ritmo, le disfunzioni causate da scioperi e agitazioni annunciate dirotteranno i traffici verso altri porti comunitari da parte di armatori che cercano sempre e comunque l’affidabilità dei servizi.
Assologistica ritiene che il Governo debba immediatamente intervenire accantonando la circolare del ministero delle Infrastrutture e Trasporti che, anticipando la decisione del Consiglio di Stato sul contenzioso sorto in un solo porto, ne ha determinato l’allargamento a macchia d’olio a tutti gli altri.
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Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, che ha inviato una lettera al ministro dello “Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti”, Corrado Passera e al ministro dell’“Economia e Finanze”, Vittorio Grilli, nella quale esprime la propria solidarietà verso i dipendenti dell’Autorità Portuale stessa, in relazione all’adozione di provvedimenti che in questo momento mettono a rischio la serenità ed il regolare svolgimento delle attività lavorative.
Si legge, nella lettera inoltrata dal presidente Di Marco: Pur consapevole del mio ruolo di presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, ente vigilato proprio da quella direzione generale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha inviato la lettera datata 16 novembre 2012 con la quale si invitano le Autorità Portuali “ad assumere i provvedimenti del caso in ordine al trattamento retributivo del personale”, non posso non esprimere la mia solidarietà ai dipendenti di questa Autorità Portuale, le cui rappresentanze sindacali hanno indetto per il 5 dicembre prossimo uno sciopero nazionale della categoria. Proprio in un momento cruciale della vita di questo Ente, lavoratori che hanno con il loro impegno consentito a questo porto di crescere negli anni e che oggi si devono misurare con una sfida tanto “vitale”, quale l’approfondimento dei fondali e la realizzazione del grande progetto dell’ “Hub portuale di Ravenna” – per il quale qualche settimana fa il CIPE ha deliberato in via definitiva l’assegnazione di 60 milioni di euro – vedono minacciato il clima di serenità necessario alla rapida ed efficace realizzazione di questo progetto. Un progetto, tengo a sottolinearlo ancora una volta, strategico per la leva che esercita in termini di occupazione e di crescita del PIL, sia a livello locale che regionale e nazionale e che ora, a causa dei certi ricorsi che l’applicazione dei provvedimenti in oggetto comporterebbe, rischia di rimanere bloccato “per la troppa frettolosa adozione – e mutuo le parole dal presidente di Assoporti, Luigi Merlo – di atti conseguenti una sentenza amministrativa e pronunce non definitive della magistratura”. Meglio è evitare l’assunzione di provvedimenti che potrebbero poi rivelarsi lesivi di diritti – al momento – acquisiti, in attesa di una sentenza definitiva del Consiglio di Stato. In questo clima, sento il bisogno di unirmi all’accorato appello lanciato dal presidente di Assoporti in relazione a quelli che questi giustamente definisce “provvedimenti che prevedono di fatto il blocco di qualsiasi dinamica di aumento retributivo prevista dal contratto, ipotizzando anche la restituzione di quanto già erogato” e vi invito a sensibilizzare le vostre strutture preposte al fine di rendersi disponibili ad incontrare al più presto le organizzazioni sindacali in vista sia di una possibile revoca dello sciopero del 5 dicembre prossimo, sia per non creare un “vulnus” di difficile risoluzione con i lavoratori di questa Autorità Portuale, nel momento in cui siamo tutti impegnati nello sforzo di rimettere in moto l’economia del Paese.
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