Porto 2000, avanti adagio
Il presidente Giuliano Gallanti sceglierà l’advisor per la privatizzazione, ma tanti dubbi restano

Giuliano Gallanti
LIVORNO – Sembra un po’ il gioco dei quattro cantoni: da una parte il consiglio comunale frena sulla privatizzazione della “Porto 2000”, la società di gestione delle crociere, dall’altra il comitato portuale, dove anche il Comune è rappresentato, vara all’unanimità la nomina di un advisor che avvii la procedura di privatizzazione.
E’ questo lo scenario che si è configurato a inizio settimana sul porto, con un braccio-di-ferro sottotraccia ma nemmeno troppo tra le istituzioni – ispirate anche da alcuni convulsi incontri a livello di partito ancora “quasi” egemone – rappresentate dal presidente della Port Authority Giuliano Gallanti e dal suo principale ex-sponsor, il sindaco Alessandro Cosimi.
[hidepost]L’avvio della procedura di privatizzazione, dopo oltre 15 anni di sonnecchiamenti sul tema, è stata formalmente avviata da Gallanti, che si è fatto forte sia dei solleciti del ministero delle Infrastrutture, sia della necessità di mettere ordine nella complicata e contraddittoria situazione del “terminal crociere virtuale”, dove l’alto fondale è destinata alle crociere ma è ancora saldamente in mano – come concessione – alla Cilp.
Nel lungo comunicato ufficiale post-comitato portuale, si afferma che l’avvio della procedura con la scelta dell’advisor è solo un punto di partenza, ma “ci vorranno alcuni mesi prima di arrivare alla gara”. Del resto, ha ribadito Gallanti, “non possiamo aspettare il varo del Piano regolatore del porto” per avviare le procedure: a quel punto dovremmo essere pronti. Gallanti s’è fatto autorizzare dal comitato il potere di scegliere personalmente l’advisor dell’operazione: formalmente ineccepibile, anche se una scelta così delicata avrebbe forse dovuto essere del comitato portuale intero. Ma è un dettaglio.
Due i temi che hanno costituito il nocciolo del dibattito: i tempi della privatizzazione e la posizione dell’altro socio della “Porto 2000”, la Camera di Commercio, che ha poco meno del 30% della società e che a più riprese ha espresso l’opinione – specie di recente – di non voler vendere ma semmai di acquistare altre quote dall’Authority. Il presidente camerale Nardi non era presente in comitato ed è bastato questo per innescare una serie di dietrologie; cui lo stesso Nardi ha risposto con sottile ironia (era assente per la malattia di un figlio: basta per disertare una riunione così importante, ndr.?) senza cambiare una virgola della sua dichiarata volontà di non cedere quote e semmai di acquistarle. Ovviamente il “diversivo” Camera di Commercio è servito a tutti per spostare l’asse del dibattito. Sui tempi, è stato in particolare il presidente della Provincia Giorgio Kutufà a richiamare la necessità di un “timing”: cioè di porre all’advisor l’obiettivo non solo di valutare quanto vale oggi la “Porto 2000”, ma anche e specialmente quanto potrebbe valere domani; e di stabilire quale potrebbe essere il momento migliore per privatizzare. Proposta accettata e inserita nella delibera, quella di Kutufà. E così Gallanti ha visto passare la sua linea di andare avanti. Perfetta applicazione della celebre battuta di bordo nave: avanti adagio, quasi indietro.
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