Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Se La Spezia scippa crociere e scarica fanghi…

LIVORNO – Magari non c’entra niente. O peggio ancora, qualcuno potrebbe ipotizzare un basso ricatto, una specie di vendetta: La Spezia ci porta via traffici e ora ci “ruba” anche decine di navi da crociera che erano “nostre”?
[hidepost]E noi gli lasciamo in collo i loro fanghi di dragaggio, che invece continuiamo a ricevere nella nostra, tra l’altro stracolma, vasca di colmata. Semplice, chiaro: magari sgradevole, ma homo homini lupus.
La riflessione l’abbiamo colta a margine del convegno SeaToLand dell’altra settimana, quando girava in sala l’ordinanza della Capitaneria di porto labronica che proroga fino al 20 marzo il conferimento dei fanghi spezzini nella nostra vasca, con un ulteriore quantitativo di 4.350 metri cubi di materiale. L’ordinanza viene di seguito, per necessaria presa d’atto, della determinazione dirigenziale della Provincia di Livorno che proprio in data 8 marzo ha deciso la proroga per i conferimenti, aumentando anche i quantitativi da ricevere. Aumento abbastanza modesto, nel quadro di quello che fu l’accordo del settembre 2009 per 100 mila metri cubi. Ma allora La Spezia non ci pensava a pestarci i piedi sulle crociere; e specialmente nessuno a Livorno avrebbe ipotizzato che quattro o cinque anni dopo saremmo stati ancora a metà del guado sulla sciagurata vicenda della stazione marittima all’Alto Fondale.
Ovvio che tutti questi contorcimenti dialettici devono rimanere dialettica: nel senso che pacta sunt servanda, i patti vanno onorati anche se. Però l’ordinanza dei fanghi spezzini ci richiama a un problema assai più vasto: quello della nostra vasca di colmata livornese che è e rischia di rimanere ancora per molto un pantano, per di più con sempre meno possibilità ricettive anche per le nostre esigenze. Pantano, perché a distanza di anni non si è ancora capito come rimediare agli eventuali errori progettuali o realizzativi  che impediscono il drenaggio dell’acqua e quindi il suo consolidamento. Colmata ormai quasi colma, tanto che si ipotizza di dover mandare i nostri fanghi a Piombino (che ovviamente li riceverebbe, ma non certo gratis). Fin qui le voci, i timori, gli interrogativi. E di risposte al momento non ne abbiamo sentite.

[/hidepost]

Pubblicato il
13 Marzo 2013

Potrebbe interessarti

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora