Centro servizi al Palacrociere?
Da Giuseppe Benedetti, noto spedizioniere doganale da vecchia data, riceviamo.
LIVORNO – Egregio direttore, dopo che per l’elezione del Presidente della Repubblica è stato indicato anche il “Conte Mascetti” ritengo mi sia consentito formulare delle indicazioni sull’utilizzo di strutture portuali che reputo siano attinenti al contesto portuale, indicazioni che potrebbero essere considerate dai “soliti gestori delle attività portuali” come una “simpatica” provocazione.
[hidepost]Mi riferisco al tanto discusso Terminal Crociere sulla calata Deposito Franco su cui fin oltre la porta di accesso del “varco Sgarallino” si legge: Terminal Crociere.
Non desidero entrare nel merito sul perché tale manufatto realizzato per tale destinazione non sia più utilizzabile a tale scopo. Mi limito solamente ad indicare come secondo il mio modestissimo parere potrebbe essere utilizzato per aumentare la potenzialità operativa del porto di Livorno.
Tutti siamo a conoscenza che per l’adempimento delle formalità doganali è necessario ottenere certificazioni da parte dell’Ufficio Sanità, Veterinario di porto ed ufficio Fitosanitario. Questi uffici come sappiamo sono i primi due ubicati in differenti parti della città con difficoltà di traffico per accedervi il terzo al lontano Interporto Vespucci.
Non sarebbe ottimale che trovassero ubicazione nella stessa struttura ex Terminal Crociere situata in porto diminuendo la tempistica del rilascio della documentazione occorrente, incrementando così la velocità di circolazione delle merci? Si è parlato tante volte di unificare i servizi in un unico “centro”. Non sarebbe il più adatto?
L’impegno finanziario per la divisione e realizzazione degli uffici è facilmente sopportabile dalle amministrazioni interessate ed il ritorno in termini economici è considerevole.
E’ un suggerimento di un modesto operatore portuale stanco di sentire solo parole che stanno portando alla notevole ridimensione dell’operatività del nostro porto.
Ritengo che una riflessione su questa indicazione sia proponibile; resta sempre la considerazione di ritenerla una “mascettata”.
Giuseppe Benedetti
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