Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

“Porte vinciane” e proteste

Giuliano Gallanti

LIVORNO – Habemus Papam, ovvero le “porte vinciane” finalmente chiuse. Croce e delizia della Darsena Toscana – che a “porte” spalancate come sono state per anni s’insabbiava ad ogni piena dello Scolmatore dell’Arno – da martedì scorso è cambiato tutto: “Porte” permanentemente chiuse, Darsena Toscana finalmente protetta dagli insabbiamenti, e uno stimolo reale in più perché la foce dello Scolmatore e del canale dei Navicelli venga finalmente “armata” e quindi dragata. Un passo avanti fondamentale sia per la protezione dei fondali della Darsena livornese – dove sarà presto possibile recuperare i tanto sospirati -12 metri – sia per dare autonomia di uscita in mare alle imbarcazioni e ai natanti destinati e provenienti dalla Darsena di Pisa, in fondo ai Navicelli. Peccato che in contemporanea ci sia stata una specie di rivolta davanti a palazzo Rosciano dei lavoratori di Lorenzini. Ne parliamo più sotto.
[hidepost]Darsena Toscana: erano logicamente soddisfatti, martedì alla manovra ufficiale di chiusura delle “porte”, il presidente dell’Authority Giuliano Gallanti e il suo segretario generale Massimo Provinciali. Gallanti ha voluto addirittura “cavalcare” una delle porte in chiusura, accompagnato dai suoi tecnici (nella foto). Come abbiamo già scritto di recente, con le porte chiuse si fa un passo avanti importante, anche se non certo totalmente risolutivo. L’altro grande impegno è l’allargamento del canale sotto la torre del Marzocco: e il terzo sarà il dragaggio della bocca sud dell’avamporto, per migliorare le manovre delle grandi full-containers specie in uscita.
Basteranno questi interventi? Sulle banchine si sente dire che presto si farà una prova d’ingresso con una 8 mila Teu, forse di una compagnia orientale; ma ovviamente sarà tenuta leggera. E c’è da sperare che il meteo sia favorevole, perché altrimenti la manovra di uscita dall’avamporto diventerà rischiosa. In sostanza, si stanno facendo alcuni passi avanti, ma per tornare all’altezza dei grandi porti containers ci vorrà ben altro. Semmai Livorno possa farcela.
Rimangono le tensioni interne sia delle parti sociali che degli operatori. Come scriviamo in queste stesse pagine, c’è la “guerra della cellulosa” in corso. Poi c’è la faccenda delle “zonizzazioni” che, stoppata nell’ultimo comitato portuale da una lettera-sbarramento della Cgil, ha portato lunedì sera davanti a Palazzo Rosciano una cinquantina di portuali del terminal Lorenzini a protestare vivacemente contro la mancata delibera che doveva consentire una intercambiabilità di banchine sulla darsena n.1.
La prova del nove, come si dice, della capacità della Port Authority a prendere decisioni si avrà nel prossimo comitato portuale del 7 maggio. Pare che Gallanti e Provinciali abbiano promesso di portare al comitato sia la soluzione per l’Alto Fondale, sia quella per la “zonizzazione” dei terminal ro/ro. E in questo caso si voterà, con la decisione che verrà presa a maggioranza. Finita la lunga stagione della ricerca dell’unanimità a ogni costo?
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
27 Aprile 2013

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio