E per il Comune si pianifica avanti adagio
LIVORNO – Avanti adagio, quasi indietro: il nuovo piano regolatore del porto ha fatto un passetto in giunta comunale che ha approvato all’unanimità il rapporto ambientale degli uffici tecnici come variante “anticipatrice” al piano strutturale e al regolamento urbanistico che dovranno accompagnare l’adozione del sospirato e ancora ipotetico nuovo piano regolatore portuale.
[hidepost]La giunta comunale ha deliberato che l’approvazione abbia effetto esecutivo “stante l’urgenza”. Però l’iter si preannuncia ancora tutt’altro che breve. Entro 60 giorni dovrà esserci un nuovo passaggio, con cui “i soggetti competenti in materia ambientale individuati nel 2009 dovranno trasmettere all’unità organizzativa Strategie Ambientali eventuali o ulteriori osservazioni”. Poi occorreranno. ai sensi della legge regionale 10/2010, “consultazioni con il consiglio comunale come Autorità Procedente”. Infine ci vorrà una “ulteriore, separata e unanime votazione” per dichiarare l’ok della giunta “immediatamente eseguibile”.
E’ stato commentato che certo, la legge è la legge: ma un tale guazzabuglio di norme, di rinvii, di passaggi burocratici e di adempimenti non è tuttavia sufficiente a far perdonare i sedici anni trascorsi – lo sottolinea lo stesso rapporto ambientale – dall’approvazione di uno dei primi piani strutturali relativi alle banchine, all’avamporto e al retroporto.
In sedici anni, in sostanza, non si è riusciti a “combinare” (parola usata dal rapporto firmato dai tecnici comunali Leonardo Gonnelli e Gianfranco Chetoni con malcelato imbarazzo) il piano strutturale approvato nel 1997 e il regolamento urbanistico relativo al porto (1999) con il piano regolatore del porto risalente al 1953 e ancora vigente. E in sedici anni sono cambiate tante cose – ammette il rapporto – dalle tecniche navali alle navi, dalle merceologie allo stesso peso economico del porto, che viene il dubbio sulla concreta attualità di alcuni degli interventi elencati dallo stesso rapporto.
L’elenco delle opere previste dal piano regolatore (o meglio, dalla sua bozza) in alcuni casi risale ad anni fa e lascia il dubbio che alcune di queste proposte siano totalmente o parzialmente superate dai tempi. Il che potrebbe far nascere la paura che occorra rivedere totalmente il piano, ricominciando da capo in una nuova e infinta serie di passaggi burocratici. Speriamo di sbagliare. Ecco comunque l’elenco delle opere così come appare nel rapporto ambientale del Comune.
Nuovo ponte mobile sullo scolmatore dell’Arno, nuova foce armata dello stesso, tombamento dei Navicelli all’ingresso della darsena Toscana (per ora si è riusciti solo a chiudere le porte vinciane), darsena idraulica alla foce armata, realizzazione della darsena Europa (sulla quale peraltro la stessa Autorità portuale ha da tempo espresso dubbi n.d.r.), demolizione del braccio nord del molo Novo, nuove darsene petroli e gas, resecazione banchine al Marzocco e all’ingresso del porto industriale, ampliamento del molo Italia, interramento parziale del bacino Firenze, resecazione della Cappellini, circuito d’acqua intorno alla Fortezza Vecchia, completamento fosso tra Darsena Nuova e Bellana (accordi di Roma sul cantiere, n.d.r), opere foranee per l’approdo turistico della Bellana.
Da rilevare che proprio intorno alla Bellana esistono ad oggi idee contrapposte, indicazioni altrettanto contrastanti e nessun piano concreto di utilizzo come approdo turistico: tanto che sembra ormai accreditata l’ipotesi che le 700 e oltre barche del Porto Mediceo dovranno andare alla banchina 75 dell’avamporto (come non si sa, visto che in quella “location” si calcola che possano entrare non più di 400 barche) in attesa che sulla Bellana si decida qualcosa di concreto.
La storia del porto turistico alternativo al Mediceo – che per gli accordi di Roma andrà alla Benetti, a sua volta impegnata a costruire un vero “marina” con tanto di posti in vendita a cifre di (alto) mercato – è emblematica dei tempi infiniti alla livornese. Si cominciò quasi cinquant’anni fa, proprio con la Bellana, con una società partecipata anche dalla Compagnia Portuale che elaborò un ottimo progetto dell’architetto Walter Martigli. Il tempo, come Cronos, divora i suoi figli e anche le loro idee. Nel frattempo sono nati e funzionano un’altra dozzina di porti turistici (da Cala de Medici a San Vincenzo, da Capraia isola a Bocca d’Arno per citare solo i più vicini) con centinaia di posti di lavoro creati e con forti ricadute sull’economia locale. E a Livorno? Nascerà il “marina” di Benetti, e avrà certo ricadute economiche ma non sarà propriamente adatto alle barche medio-piccole dei livornesi che stazionano nel Mediceo e sui Fossi. Come a dire? Vale il duro diktat di Brenno ai romani: Vae Victis.
A.F.
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