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Bonsignori e la guerra dei forestali

Sulla “guerra della cellulosa” in corso nel porto di Livorno, riceviamo.

Paolo Bonsignori

LIVORNO – Caro direttore, rilevo il Tuo recente articolo su “La Gazzetta Marittima” riferito al traffico di cellulosa sul Porto di Livorno, e desidero esporre alcune mie considerazioni.
Ricordo che circa 50 anni orsono, agli inizi della Tua carriera professionale, intervistavi, fra gli altri esponenti del porto, mio nonno Osvaldo nella sua qualità di Presidente della Sezione Marittima CCIAA. In parallelo, ritengo, che Tu avessi informazioni sull’attività della mia azienda che partecipava, già all’epoca, al traffico della cellulosa sul Porto di Livorno con il proprio contributo teso a divulgare ed incrementare i servizi e le strutture di Livorno.
Tale traffico, anche se destinato a Cartiere toscane, era principalmente inviato alle Cartiere del Centro e Nord Italia e quindi soggetto alla concorrenza di altri porti nazionali.
[hidepost]In tale epoca gran parte della cellulosa veniva prodotta nei Paesi Scandinavi e qua sbarcata da Armatori, principalmente rappresentati dal compianto signor Melchior Bournique; e una parte modesta proveniva dal Nord America. Agli inizi degli anni 70 i produttori scandinavi crearono, nei porti di Genova e La Spezia, i propri Terminal per la distribuzione in Italia delle loro cellulose, non scalando più Livorno. A mio avviso tale imprevista decisione determinò l’analoga creazione, da parte di Armatori Norvegesi, sempre rappresentati dall’Agenzia Bournique, di Terminal su Livorno, destinati al traffico dal Nord America.
E, grazie all’esperienza acquisita nell’ambito della comunità portuale dell’epoca, venne raggiunta, in poco tempo, un’efficienza di servizi logistici, che consentì a Livorno di raggiungere in pochi anni il primato del traffico della cellulosa fra i porti nazionali. Assodato che, sempre in tale periodo, avvenne un forte sviluppo sia dell’industria cartaria delle provincie di Lucca e vicinorie, che di altre Regioni.
Parallelamente, per i consolidati rapporti commerciali acquisiti in questo settore dalla mia azienda, iniziammo le prime correnti di traffico da paesi emergenti (Cile, Brasile, Sud Africa, ecc.) creando una delle prime strutture, seppur non di elevate dimensioni, tesa a soddisfare l’emergente sistema logistico, noto come “just in time”. Agevolando così la catena commerciale fra i Produttori e i Ricevitori.
In sintesi la Osvaldo Bonsignori, da sempre, e prima della promulgazione della L. 84/94, ha partecipato, insieme ad altre componenti portuali, al citato traffico merceologico. Dopo la riforma portuale ha creato la consociata Mediterranea Trasporti, per svolgere l’attività di Impresa Portuale autorizzata alle operazioni di deposito e movimentazione in porto. Altre Imprese portuali, venivano da noi incaricate per le cosiddette operazioni “di bordo” raggiungendo, agli inizi di questo secolo, i primi posti nell’esecuzione di questo traffico su Livorno.
E’ notorio che per l’esecuzione delle operazioni di deposito in ambito portuale, nonchè al fine di soddisfare l’evoluzione tecnica delle varie Navi interessate al traffico della cellulosa, occorrono adeguati spazi coperti, per i quali le nostre ripetute e datate richieste di concessione di strutture portuali all’interno del Porto, relazionate ai nostri volumi, hanno avuto esiti solo marginalmente positivi, ma insufficienti alle nostre necessità. Con diretta conseguenza che, nonostante la presentazione di progetti tesi alla costruzione, a nostre spese, di strutture coperte all’interno del Porto, al fine di soddisfare i nostri mandati, non esisteva altra alternativa a quella di trasferire cellulosa anche in strutture private fuori del porto. E’ stato giocoforza sottostare a notevoli oneri derivanti dal maggior costo di trasporto dalla banchina a tali depositi, con maggiori oneri di natura immobiliare, rispetto agli oneri correnti sulle concessioni portuali. Provvedemmo comunque all’acquisizione di una struttura di circa 4000 mq. all’Interporto Toscano, ad integrazione delle nostre necessità, con il relativo investimento.
A titolo indicativo, il totale dei citati nostri maggiori costi, nel decennio 2003-2012 dove abbiamo trasferito fuori del porto quantitativi non inferiori a 700.000 Tonnellate, ha avuto un’incidenza di alcuni milioni di Euro. Che viceversa sarebbero stati destinati a nostri investimenti per le attività portuali.
Credo superfluo ricordare che il citato traffico è stato comunque operato sulle banchine di Livorno.
Recentemente abbiamo acquisito sostanziosi incrementi di traffici provenienti dal Canada e Portogallo, per previste 120.000 Tonnellate annue, le quali necessitano di strutture all’interno del porto per non incorrere in deficienze operative e maggiori costi che vanificherebbero le nostre aspettative.
Quindi abbiamo rinnovato la richiesta di ristrutturazione del magazzino “ex Tabacchi” retrostante la Calata Pisa, a noi in concessione, per adeguarlo a tali correnti di traffico. Ricordiamo che tale struttura rientra nel POT e destinata a tale traffico. Nonchè, in questo frattempo, abbiamo avanzato la richiesta di uso temporaneo, anche parziale, del Terminal “ex Dole”, dove rilevo oggi altra Impresa, deposita cellulosa, per soddisfare, momentaneamente, le nostre necessità.
Comprendimi se ho abusato della Tua attenzione, ma ritengo essenziale, per la mia azienda, ricordare la nostra consolidata presenza nel traffico della cellulosa. Sorvolando sull’elementare fatto riguardante il traffico della cellulosa dalla Spagna (da me svolto dagli anni 60 fino ai primi degli anni 2000 e poi eseguito da altra Impresa) per il quale la mia riacquisizione di tale traffico non è dovuto, come leggo, ad un ribasso tariffario. Ma determinato da una sinergia (finalità sollecitata agli operatori locali da più parti) fra due Imprese che, nell’ambito delle proprie reciproche competenze, assolvono le specifiche esigenze richieste dai Produttori.
Paolo Bonsignori

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Pubblicato il
15 Maggio 2013

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