Per Piombino una legge un gran futuro

Luciano Guerrieri
PIOMBINO – Forse non lo ammette nemmeno con se stesso, ma Luciano Guerrieri del relitto della Concordia comincia a pensare che – come dicono a Roma – non gliene potrebbe fregà de meno. Ovvero: se arriverà, benvenuto, insieme a numerose altre rogne porterà certo lavoro in una città dalla cultura siderurgica dove il lavoro è in crisi epocale. Ma se non arriverà, alla città ed al porto interessano assai di più, oggi, i finanziamenti promessi dal governo Monti e ripromessi dal governo Letta per fare del porto un porto di serie A. Guerrieri segue con trepidazione – e con lui il sindaco Gianni Anselmi – l’iter del decreto che in queste ore dovrebbe passare al Senato per la definitiva conversione in legge. Non sono bruscolini: si parla di 160 milioni che finanzieranno la prima e più importante tranche del nuovo piano regolatore del porto, quello che farà del vecchio scalo dell’Elba – più che altro a servizio dei pendolari, dei vacanzieri e delle ormai moribonde acciaierie – un grande porto con ambizioni nella logistica internazionale, nei containers, ovviamente nei traghetti anche per le isole maggiori Corsica e Sardegna, e infine nelle crociere.
[hidepost]Il tutto in tempi accelerati, anzi acceleratissimi: quando buona parte degli altri scali nazionali, compreso il vicino e teoricamente assai più importante Livorno, fanno la fila a Roma per quattro spiccioli che non si vedono.
Luciano Guerrieri e Gianni Anselmi possono dunque essere soddisfatti in ogni caso. Quando il primo ha ereditato l’Autorità portuale dal predecessore, il comandante Tabani, il porto era ancora un porticciolo: in crescita, ovviamente – la crisi mondiale ancora non era nemmeno ipotizzata – ma pur sempre uno scalo regionale, dove si ragionava più che altro in termini di integrazione delle varie componenti dell’intermodale per servire l’Elba: il trenino che non arrivava nell’orario dei traghetti o viceversa, le banchine obsolete, i parcheggi alla selvaggia. Sarà che Guerrieri è un uomo fortunato – e Napoleone diceva di preferire un generale fortunato a uno pur geniale – sarà che ci ha messo di suo della lunga, precedente esperienza di sindaco, sarà infine che anche la geografia alla fine reclama i suoi successi: comunque sia andata, oggi Piombino è proiettato in alto. E pur con la prudenza dovuta al fatto che le promesse del governo (o dei governi) da sole non bastano a realizzare i fatti (ricordiamo la lunga illusione del progetto Bagnoli) la partenza di imponenti lavori sul porto è un’eredità di cui il presidente ormai in scadenza potrà andare fiero. Se poi, come qualcuno ipotizza, il suo posto andasse davvero al sindaco Anselmi (e chissà che la poltrona di Anselmi non ritocchi di nuovo a Guerrieri. Della serie: qualche volta ritornano) ci sarebbe un cambio di addendi, ma il fattore-risultato non cambierebbe, anzi.
Vogliamo essere ottimisti, o meglio propositivi? L’Authority si prepara, non appena il decreto dei finanziamenti sarà diventato legge, a bandire le gare in tempi più che accelerati. Ci sarà una prima pre-gara, con invito alle imprese interessate ai lavori portuali. Tra quelle che si dichiareranno disponibili e ne dimostreranno i requisiti, partiranno le gare vere e proprie. Secondo l’Authority, i lavori potrebbero cominciare davvero entro l’autunno ed entro la tarda primavera del 2014 potrebbe già esserci tutto quel settore di nuovo porto che avrà, insieme ai fondali per le grandi navi, anche la possibilità di ospitare il relitto della Concordia. Se Costa vorrà portarcela; se i tempi del rigalleggiamento non saranno stati molto più rapidi (molti ne dubitano); se le normative nazionali e internazionali non consentiranno alternative che oggi vengono considerate a rischio ambiente, se…..
Comunque vada, Concordia o non Concordia, Piombino sembra aver vinto la propria battaglia e può cominciare (con prudenza) a festeggiare. Forse potrebbero cominciare a preoccuparsi, invece, i porti che quel porticciolo l’hanno sempre considerato di serie B. Sembra riproporsi, per chi lo ricorda, il vecchio snobbismo nei confronti del porto containers di La Spezia, quando Livorno era il numero uno. Sic transit…
A.F.
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