Yang Ming da 8 mila Teu a Livorno per test in TDT
Se l’esperimento riuscirà, dovrebbe nascere una linea settimanale della grande compagnia del Far East – I problemi dei fondali e dell’evoluzione
LIVORNO – Ce la farà, non ce la farà? All’Autorità portuale di Giuliano Gallanti sono tutti convinti che alla fine l’esperimento di far entrare una Yang Ming da 8 mila teu in Darsena Toscana – tra poco più d’un mese, a fine luglio – avrà successo.
[hidepost]Il che vorrebbe dire che da settembre la compagnia cinese, da sempre affezionata a Livorno ma costretta a usare solo navi piccole e non più competitive, potrà far partire una linea settimanale finalmente con le sue 8 mila teu: il che rilancerebbe non solo i suoi traffici ma anche e specialmente quelli del Terminal Darsena Toscana, in sofferenza da almeno un paio d’anni.
Inutile dire che l’esperimento è atteso da tutti: incrociano le dita all’agenzia marittima livornese – che non vuole per il momento rilasciare dichiarazioni – incrociano le dita all’Autorità portuale, dove l’improvvida riapertura delle porte vinciane (causa rottura di uno dei due battenti per l’urto di una chiatta proveniente dal Canale dei Navicelli) ha riportato pericolosi “mammelloni” di fango in darsena e incrociano le dita ovviamente al terminal TDT, per il quale la linea delle grandi Yang-Ming rappresenterebbe una bella boccata d’ossigeno.
Ci sono delle incognite? Secondo i tecnici dell’Autorità portuale, i punti difficili sono essenzialmente tre: il fondale della Darsena, che andrà di nuovo livellato per evitare che eventuali nuovi “mammelloni” di fango creino pericoli; le strettoie del Marzocco e della bocca sud del porto, dove peraltro si sta operando con draga e allargamenti; e infine il bacino di evoluzione interno al porto, superata la strettoia del Marzocco, che considerata la lunghezza della nave Yang Ming e quelle da sommare dei rimorchiatori con relativi cavi è proprio al limite. E anche per questo andrà trasferito il bacino galleggiante della ditta Salvadori, che da anni opera al Magnale in attesa del sempre sospirato ormeggio definitivo in Darsena Calafati.
Sulle tre incognite, come detto, l’Autorità portuale sta lavorando, in tempi sempre più stretti, ma con la prospettiva di farcela. Perché se l’esperimento dovesse fallire o occorressero tempi più lunghi, una delle possibilità per Livorno di ripartire con i traffici containers andrebbe probabilmente rinviata alle calende. E non sono questi i momenti in cui si possono perdere occasioni del genere.
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