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Il canale di Suez sotto assedio anche le ferrovie russe all’attacco

Putin lancia l’idea di una Transiberiana ultraveloce per i containers – Intanto i terroristi sparano razzi contro una nave Cosco dalla riva egiziana

MOSCA – Non c’è solo la rotta polare artica, la Northen Sea Route recentemente aperta ai containers dai cinesi della Cosco, a insidiare il primato (e la valenza economica) del canale di Suez: adesso si scopre che la Russia sta progettando un’estensione cargo della sua famosa ferrovia transiberiana che in collegamento (e potenziamento) dell’altra linea su ferro, la Bajkal-Amur potrebbe ridurre da 28 giorni a solo 10 il tempo di percorrenza di un container tra la Cina e l’Europa. Un’alternativa alla nave con costi e tempi rivoluzionari.
[hidepost]La sfida l’ha lanciata il presidente russo Vladimir Putin in una riunione del suo governo dedicata ai grandi piani infrastrutturali terrestri. Già oggi, si legge sul sito delle ferrovie russe, la Transiberiana consente di trasportare un container dalla Cina alla Finlandia in dieci giorni. Inoltre non è a rischio di pirateria con i relativi alti costi assicurativi, non risente delle condizioni meteo-marine che spesso fanno ritardare le navi (quando i containers non si perdono in mare).  Ma Putin stesso ha ammesso che c’è ancora molto da fare: tanto che il suo governo sta stanziando 19 miliardi di dollari in ammodernamenti non solo della rete, ma anche dei servizi connessi, primo di tutti l’elefantiaco e poco funzionale sistema doganale, che fa perdere in scartoffie quanto si guadagna in velocità di trasporto.
Anche i numeri della potenziale richiesta al momento sono ben lontani dalle capacità reali della ferrovia russa: l’obiettivo degli stanziamenti e del piano di sviluppo è arrivare a una capacità di trasporto annuo di 165 milioni di tonnellate di merci, ben poca cosa rispetto ai circa 2 miliardi di tonnellate che transitano via mare tra far East ed Europa. It’s a long way to Tipperary cantavano le truppe coloniali inglesi in marcia lontano dalla patria: e c’è da fare ancora molta strada perché la Transiberiana possa costituire una vera alternativa a Suez. Ma è indubbio che il canale egiziano sta attraversando un momento di poco piacevole popolarità, sia per i progetti alternativi – la Northen Route e adesso la Transiberiana – sia perché si sta dimostrando anche uno dei talloni d’Achille della logistica mondiale per le minacce dei pirati e per i recenti assalti da parte dei terroristi islamici (una nave della Cosco è stata presa a colpi di lanciarazzi dalla sponda egiziana, fortunatamente senza vittime). E chi guarda lontano, non può che riflettere sul futuro ruolo del canale e dei porti del Mediterraneo.

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Pubblicato il
14 Settembre 2013

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