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Anche l’autotrasporto si blocca per protesta

La causa è il mancato recupero delle accise sul carburante

ROMA – Da Bruxelles nuovi guai per l’autotrasporto e l’economia italiana. Nel “paradossale silenzio” delle istituzioni politiche italiane la proposta comunitaria è quella di abolire il recupero delle accise consentito oggi alle imprese di autotrasporto.
[hidepost]“In pratica – spiega Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – la direttiva 96/2003 stabilì, alla data del 1º gennaio 2003, una aliquota base per l’Italia pari a 403,21 euro ogni mille litri di gasolio, concedendo possibilità ai legislatori nazionali di consentire il recupero di tutti gli aumenti che fossero intervenuti. Oggi, ogni impresa di autotrasporto recupera trimestralmente 214,18 euro ogni mille litri di gasolio”. In media si tratta di circa 1.200 euro al mese a camion. Tale recupero sulle accise viene azzerato attraverso la proposta di modifica della direttiva 96/2003 che elimina l’attuale rimborso poiché stabilisce che l’aliquota minima da applicare è quella del 1º gennaio 2013 (quindi, 607,40 euro per ogni mille litri di gasolio).
Tutto ciò rischia di essere inserito direttamente sulla gazzetta europea, senza che le istituzioni politiche abbiano non solo compreso la gravità della proposta, ma anche i suoi pericolosissimi effetti.
Il fermo dell’autotrasporto programmato dal 28 al 31 ottobre prossimo è anche questo: la volontà di dire basta ai vincoli, alle difficoltà ed alle pressioni che distruggono economie categoriali e generali.
“Se l’obiettivo di Bruxelles è quello di favorire altre modalità di trasporto ritenute meno inquinanti – conclude Longo – gli strumenti da adoperare non devono essere repressivi dell’economia reale, bensì costruttivi e soprattutto collegiali con le forze imprenditoriali coinvolte”.

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Pubblicato il
23 Ottobre 2013

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