Dal Cruise Day a Livorno i dubbi e i numeri

La sala all’Italian Cruise Day.
LIVORNO – Moltissimi dati, molto dibattito e un po’ meno delle presenze istituzionali previste nell’Italian Cruise Day di venerdì scorso in Camera di Commercio: e del resto, per le presenze mancate – il presidente di Assoporti Pasqualino Monti, l’ex ministro e presidente della Commissione Trasporti del Senato Altero Matteoli, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, il presidente della Provincia Giorgio Kutufà, solo per citarne alcuni – i tempi del costante impegno politico a Roma e in sede locale le giustificano, a parte qualche “dietrismo” più o meno maligno. Compresi quelli sulla parallela iniziativa del vescovo di Livorno Simone Giusti sul lavoro per il porto, che ha stornato alcune delle autorità dalla Camera di Commercio. Della serie: monsignor Giusti era solo distratto, visto che il Cruise Day era annunciato da settimane?
[hidepost]Sui dati invece, più che abbondanza. Ovvero ne sono stati forniti in quantità, tale che richiederanno una riflessione ben più approfondita oltre le cronache. Con una notizia: il Cruise Day italiano del 2014 si terrà a Napoli, il prossimo ottobre.
La giornata di dibattiti, e la successiva coda di sabato dedicata ai giovani (carriere e premio di laurea) hanno confermato quanto già da tempo Francesco di Cesare di “Risposte Turismo” – l’associazione che organizza il Cruise Day ormai da tre anni – va annunciando: il 2013 è stato per le crociere un anno di riflessione che ha recuperato in parte (+16%) la flessione del 2012 (-9,5% della domanda globale) specie nella prima parte dell’anno, mentre nella seconda parte si è tornati in linea con l’anno precedente. I passeggeri sono stati complessivamente 11,4 milioni, le toccate delle navi 5200: complessivamente si è avuto un piccolo incremento (+5,1%) dei passeggeri e (+4,9%) delle navi. Ma l’elemento più preoccupante è che secondo le previsioni raccolte tra gli operatori, il 2014 si presenta per l’Italia a tinte non molto rosee: è previsto un nuovo calo con -6,9% dei passeggeri e -8,8% delle toccate navi. Gli agenti che vendono le crociere sono in alcuni casi ancora più pessimisti, anche se il comparto a livello mondiale è destinato ulteriormente a crescere. Il problema sta diventando anche quello di una eccessiva competitività tra i porti, molti dei quali stanno cercando di entrare adesso nel comparto delle crociere con offerte che creano anche qualche confusione e qualche forma di concorrenza considerata non corretta. Sono ormai 40 – riflessione: troppi? – i porti italiani interessati al comparto, anche se solo 4 (nell’ordine: Civitavecchia, Venezia, Napoli e la “new entry” Genova, che ha sostituito Livorno, calata al sesto posto anche dopo Savona) hanno superato nel 2013 1 milione di passeggeri a testa. Da sottolineare che Livorno ha perso nel 2013 circa 200 mila passeggeri, quasi tutti a favore di La Spezia che ha aperto un nuovo terminal crociere e non s’arresta ai circa 260 mila passeggeri di quest’anno perché si presenta al 2014 con nuove offerte e con 600 metri di banchine totalmente dedicate. Roberto Piccini, presidente della Porto 2000, ha annunciato per il 9 novembre l’inaugurazione di un “terminalino” delle crociere sull’alto fondale, utilizzando metà dell’ex magazzino Dole finalmente ”liberato” dalla Cilp: e un nuovo buon contratto appena firmato con Carnival, per buona parte dei marchi del gruppo. Ma segnali concorrenziali arrivano anche da Portoferraio (isola d’Elba) e da Marina di Carrara, mentre Civitavecchia – porto leader italiano grazie a Roma – allarga ulteriormente le sue potenzialità e punta ai 3 milioni di passeggeri.
Nella giornata di dibattiti seguita alle presentazioni – hanno portato i loro saluti il presidente della Camera di Commercio Roberto Nardi, gli assessori del Comune Gulì e della Provincia Paolo Pacini, il presidente dell’Autorità portuale Giuliano Gallanti, il segretario generale dell’Espo (European Sea Ports Organisation) Isabelle Ryckbost e il vicepresidente di Assoporti Franco Mariani – sono stati molti i temi all’analisi degli specialisti. Significativo l’intervento di Robert Ashdown, segretario generale di CLIA Europe su come far crescere il mercato italiano in tempi difficili: l’Italia è e continuerà ad essere – ha detto – un mercato primario per le crociere, sia per la ricchezza delle città d’arte, sia per i cantieri costruttori tra i migliori al mondo, sia per la domanda: ma gli standard dell’accoglienza sono ancora inadeguati in buona parte degli scali, le normative europee sono largamente disattese, l’inquinamento è ancora un rischio. Bisogna dunque lavorare sia sui porti sia in ambito di legislazione europea per migliorare l’offerta.
Manca anche – e l’ha ribadito Giuliano Gallanti per l’Autorità portuale di Livorno – un pensiero strategico nazionale sul business delle crociere, che sappia coordinare l’offerta e fornire anche i giusti servizi. Altrimenti, nella valutazione – non sempre realistica – che le crociere siano sempre e comunque un piatto ricco, tutti provano a ficcarcisi, creando anche diseconomie e confusione. E qualche battibecco sottopelle, come quello alimentato dalla Porto 2000 livornese contro La Spezia, accusata (anche dai genovesi, sull’altro versante) di fare concorrenza sleale usando strumenti come l’Arsenale Militare che offre banchine gratis e di non coordinarsi con i “sistemi portuali” della stessa Regione Liguria. Da notare che al Cruise Day gli spezzini non si sono né visti né fatti sentire. Solo una coincidenza fortuita?
A.F.
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