Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti

La “riforma” della riforma secondo Lupi tanti plausi, ma c’è anche chi ironizza

Si sottolinea come sia indispensabile ragionare per distretti logistici e non più solo di porti – Il problema dei tempi – La critica dei portuali livornesi: troppi lati oscuri sulle tematiche del lavoro

ROMA – Chi è d’accordo, chi plaude, ma c’è anche chi ironizza. Sull’annuncio-choc in Assoporti del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi, che ha promesso di rivoluzionare in poche settimane l’attuale (e per tutti obsoleta) legge 84/94 si è scatenata la prevista bagarre.
[hidepost]Giornalmente piovono prese di posizione e ci vorrebbero paginate intere per riportarle tutte. Da destra e da sinistra, ma i giudizi non sembrano seguire direttive di partito.
Sintetizziamo: Luigi Merlo, presidente del porto di Genova e uomo di sinistra, “appoggia in pieno quanto sostiene il ministro Lupi – si legge in una sua dichiarazione all’Ansa – sulla necessità di una riforma pensando ai porti più in termini di distretti logistici che di autorità portuali. O l’Italia si adegua – ha continuato o è la fine. Sono felice che un ministro, finalmente, abbia rotto gli argini”.
Applauso a scena aperta anche dal capogruppo del Pd alla regione Veneto Lucio Tiozzo. “Le indicazioni del ministro sono chiare: diminuire il numero delle Autorità portuali e rilanciare il settore creando i distretti logistici. Questa linea va adottata al più presto anche nel Veneto”. Tiozzo sollecita la Regione perché crei “un’unica Autorità portuale del Veneto”, per un polo logistico strategico su scala nazionale.
In precedenza era stato lo stesso presidente di Confitarma Manuel Grimaldi a chiedere in Assoporti che si procedesse a una riforma portuale, sia con le modifiche introdotte dalla commissione trasporti del Senato, sia con la trasformazione delle Autorità portuali in Spa con compiti anche di gestione sulla filiera logistica.
Il vicepresidente di Fedespedi Riccardo Fuochi a sua volta ha sottolineato come “le recenti dichiarazioni del ministro Lupi sulla necessità di ragionare per grandi aree e distretti logistici vanno nel senso giusto. Ma bisogna passare subito ai fatti – ha detto Fuochi – e speriamo che tutte le associazioni di settore si muovano in una logica di squadra e propongano progetti concreti, condivisi e con cronoprogrammi certi”. Tra le urgenze, ha sottolineato Fuochi, c’è la riduzione al minimo dei vincoli burocratici per gli imprenditori per favorire nuovi investimenti”.
Ancora: il professor Paolo Costa, celebrato presidente dell’Autorità portuale di Venezia, si è detto d’accordo con Lupi. “Occorre fare un salto dimensionale nell’organizzazione logistica e portuale italiana – ha detto – un obiettivo che abbiamo ben chiaro e che in Adriatico stiamo da tempo perseguendo. Occorre che tale salto sia proporzionato alla necessità di portare i distretti logistici o quelli che chiamano anche “multiporto corridoio” ad una dimensione minima tale da essere in grado di competere su scala europea”.
Fin qui gli interventi allineati alla proposta/promessa del ministro.
Ma c’è anche chi non è d’accordo e ironizza. Abbiamo pubblicato nel numero precedente la dura lettera critica di Vladimiro Mannocci. Sulla quale si allinea oggi anche l’esecutivo “Circolo porto di Livorno” di Rifondazione Comunista. Secondo il circolo dei portuali labronici, l’iniziativa del ministro “rischia di far arenare la riforma della legge 84/94 che oggi è possibile attuare”. Si contesta al ministro di voler diminuire o cancellare il collegamento tra i porti e le città, che oggi è determinante. Poi ci si riferisce all’emanando decreto europeo sull’accesso ai servizi portuali, ricordando che esso è riferibile a solo 12 porti italiani (quelli delle reti Ten-T). Sui servizi tecnico-nautici occorre intervenire sul Codice della navigazione e non basta certo un decreto ministeriale. Manca infine, dopo 19 anni dalla legge, il regolamento sulle concessioni, previsto dall’art. 18 della stessa legge, In conclusione, il circolo di Rifondazione se la prende anche con “la nuova spaccatura in seno al Pd su una materia così importante e strategica come quella portuale”.
E avanti così, disordinatamente.

[/hidepost]

Pubblicato il
9 Novembre 2013

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora