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Livorno “taglia” i costi

Altre iniziative con il piano regolatore e la sottoscrizione degli aumenti di capitale all’interporto

LIVORNO – Questa volta ci siamo: su istanza dell’Autorità portuale di Giuliano Gallanti, la Capitaneria di porto ha avviato un’istruttoria, peraltro condivisa anche dal concessionario, per una riduzione dei costi del rimorchio, in particolare per le grandi navi. Le linee della proposta sono state studiate nei dettagli dall’avvocato Matteo Paroli della Port Authority e dal rappresentante dell’impresa di rimorchi dottor Corrado Neri. Si può dire, nella sostanza, che le riduzioni siano state già concordate e che si sta attendendo la conclusione formale dell’istruttoria e il nulla osta del ministero. Secondo Massimo Provinciali, segretario generale dell’Autorità portuale, le nuove tariffe dovrebbero partire già dal 1º gennaio prossimo.
[hidepost]La riorganizzazione del servizio di rimorchio non riguarda solo i costi, anche se i tagli sono consistenti: circa il 4,88% nella media, con picchi dell’11,6% per le navi di maggiori dimensioni. C’è anche una netta riduzione dei “settori tariffari”, che oggi sono 7 e che saranno portati a 5 con notevole semplificazione anche delle tariffazioni. Infine, e non è l’intervento minore, cambia l’orario degli straordinari che ad oggi scattavano per il rimorchio dalle 17 sulla base della dizione “orario notturno”. Più realisticamente da aprile ad ottobre gli straordinari dell’orario notturno scatteranno dalle 20, con un più realistico aggancio alle ore di luce.
L’iter del provvedimento prevede che le varie categorie portuali si esprimano in merito (anche se di fatto ci sono stati già assensi in partenza) prima del nulla osta del ministero e quindi dell’ordinanza della Capitaneria. Secondo Provinciali, che ovviamente riporta il parere del presidente Gallanti, “si è ottenuto grazie anche alla collaborazione del concessionario del rimorchio il massimo, sulla base delle istanze da tempo reiterate dall’utenza”. Corrado Neri a sua volta sottolinea che le riduzioni tariffarie rispondono alla volontà di dare nuove chances al porto in un momento tra i più difficili della sua storia. “E non avranno ripercussioni sugli organici”.

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Per quanto riguarda le altre iniziative in corso per il porto, l’avvocato Massimo Provinciali in una recente intervista sulla stampa quotidiana ha ricordato che con l’ormai prossimo varo della variante anticipatrice del piano regolatore del porto, Livorno avrà finalmente una serie di “aperture” storiche, che comprendono anche l’avvio delle pratiche per il trasferimento del TCO alla radice della sponda Est della darsena Toscana e la conseguente “liberazione” della calata Orlando per le crociere. Per queste ultime è stato scelto (in via provvisoria in attesa delle verifiche di legge) l’advisor per la privatizzazione della Porto 2000: si tratta della società specializzata KPMG, una delle prime tre al mondo, che ha tra l’altro offerto di completare le sue valutazioni entro 70 giorni invece dei 90 concessi dalla gara. Dovrà essere valutato non solo il valore reale delle quote della Porto 2000, ma anche il numero delle quote che è più conveniente vendere per scendere sotto il 49% da parte dell’Authority: e specialmente dovranno essere indicati i tempi della privatizzazione per ricavare il massimo dall’operazione, ovvero per non “svendere”.

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Tra gli impegni assunti dall’Authority e ribaditi da Massimo Provinciali nella sua intervista, la partecipazione all’aumento di capitale chiesto dall’interporto Vespucci di Guasticce. Un’operazione questa di grande importanza perchè l’interporto possa realisticamente integrarsi alle banchine come retroporto. L’Autorità portuale, che già possiede il 5,6% delle quote azionarie, passerà al 9,59% per un importo sottoscritto di 1.500.316 euro, il più alto dopo quello dei maggiori soci in assoluto, cioè la Regione Toscana (che ha sottoscritto un importo di 3.199.986 euro) con il 23,56% e il Monte dei Paschi (che ha sottoscritto un importo di 4.899.656 euro) salendo al 21,82%. Tra i sottoscrittori del nuovo aumento anche la Camera di Commercio di Livorno (601.675 euro) e il Comune di Livorno (499.933 euro). Complessivamente l’aumento di capitale sottoscritto (anche se non ancora totalmente versato) è di 10 milioni e 701 mila euro, cioè quanto richiesto come minimo per “salvare” l’interporto e avviarlo alla nuova carriera di retroporto.
In sostanza, qualcosa si muove finalmente: e il porto di Livorno sembra aver accelerato sulla strada della riconquista di un suo ruolo non marginale.
A.F.

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Pubblicato il
23 Novembre 2013

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