Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Massidda torna in carica

Malgrado la sentenza del Consiglio di Stato il ministero l’ha confermato come commissario

CAGLIARI – Come il visconte di Italo Calvino, l’Autorità portuale cagliaritana ha di nuovo Massidda, solo formalmente dimezzato.
[hidepost]Sta diventando paradossale infatti la situazione di Piergiorgio Massidda, che il Consiglio di Stato con una clamorosa sentenza ha dichiarato decaduto dopo il ricorso del professor Deiana; ma che per due settimane era rimasto alla presidenza fino a due giorni fa quando il ministro delle Infrastrutture e Trasporti l’ha nominato commissario.
In attesa di che cosa? Secondo i legali dell’interessato, in attesa che si pronunci in merito anche la Corte Costituzionale o forse addirittura la Corte di Giustizia della UE all’Aja. Sta di fatto che Massidda dopo qualche giorno dalla sentenza del Consiglio di Stato è tornato alla presidenza continuando ad operare in accordo con il ministero competente. Da due giorni opera come commissario. E sta operando bene, come del resto gli è stato ampiamente riconosciuto nel recente passato anche dagli avversari politici, e come sta confermando il cluster marittimo cagliaritano.
A Cagliari la vicenda ha assunto aspetti anche grotteschi, come alcuni pronunciamenti secondo i quali gli atti firmati da Massidda dovrebbero essere di fatto nulli. Più in generale, anche in Assoporti ci si interroga su quale sia la reale portata della sentenza che ha annullato la nomina di Massidda, visto che non solo in Assoporti – dove il presidente dell’Authority di Cagliari è stato confermato all’unanimità nel range dei vicepresidenti – ma anche nello stesso ministero e quindi a livello di governo nazionale la sentenza in questione non sembra aver avuto alcun seguito pratico.
Che sia stata una sentenza sotto molti aspetti devastante è stato già ampiamente commentato. Sentenza che, se applicata rigidamente – specie laddove impone la “comprovata competenza” dei candidati sulla base addirittura di lauree specifiche – metterebbe in crisi la quasi totalità delle Autorità portuali; è stato più volte detto. Rimane il problema di quella che può essere considerata a tutti gli effetti una “mina vagante” per le prossime nomine. Salvo ulteriori e contrastanti sentenze. Nel paese del diritto e del rovescio non sarebbe poi una novità.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
30 Novembre 2013

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio