Altri 6 milioni al Vespucci?
E’ quanto sperano di raccogliere gli amministratori – La sfida del rilancio

Federico Barbera
COLLESALVETTI – La spinta delle principali istituzioni pubbliche c’è; con la avvenuta sottoscrizione dei circa 11 milioni di aumento di capitale, l’interporto-retroporto “Vespucci” è stato messo in grado di tagliare una consistente quota dei debiti pregressi e di cominciare a lavorare per lo sviluppo. In particolare per lo sviluppo delle attività retro-portuali, che sembrano ormai essere la nuova vocazione dell’area. Nei giorni scorsi al tassello dell’aumento di capitale si è aggiunto anche – e la Regione lo ha sottolineato – l’accordo per il nuovo collegamento ferroviario veloce tra banchine del porto di Livorno e Vespucci, con tanto di finanziamento dello “scavalco”. Insomma, le buone intenzioni ci sono.
Rimangono ancora inoptate, sui programmi dell’assemblea del Vespucci, tra i 6 i 7 milioni di euro di quote, disponibili per eventuali nuovi sottoscrittori o per aumenti di capitale di chi c’è già.
[hidepost]La notizia è che quasi certamente 1 milione di queste quote sarà collocato a breve, perché altri soci hanno dichiarato di voler aderire all’aumento. La caccia adesso è per il collocamento dei 6 milioni rimasti: che se trovassero sistemazione consentirebbero al “Vespucci” di ripartire quasi totalmente alleggerito dai debiti e con un piano molto concreto di rilancio e sviluppo.
Nei giorni scorsi questi aspetti della complessa problematica legata al “Vespucci” sono stati al centro di incontri con l’Autorità portuale livornese il cui segretario generale Massimo Provinciali fa parte del nuovo consiglio di amministrazione. Il tema da sviluppare è quello di rendere appetibili le aree disponibili del “Vespucci” per liberare quelle di banchina e di retro-banchina da mezzi e merci senza far pesare sul piano economico le “rotture di carico”. Una bella sfida, dalla quale dipenderà molto del futuro sia della Spa della piana di Guasticce sia dello stesso porto di Livorno.
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