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Slovenia-Germania asse ferroviario per “fregare” Trieste

TRIESTE – Nel marasma della politica italiana e della relativa programmazione che non c’è – a parte quella a parole, che dice tutto e il contrario di tutto – in Adriatico Germania e Slovenia stanno “ritagliandosi” un asse Adriatico-Baltico a spese dell’Italia e delle sue aspettative.
[hidepost]E non è un caso che il porto di Koper (Capodistria) sia nell’attenzione del P3 Network come e forse ancora di più di Trieste.
L’allarme è stato lanciato di recente dal professor Maurizio Maresca dell’università di Udine in un lungo articolo sull’Avvisatore Marittimo di Genova e sottolineato poi anche nell’intelligente blog di Decio Lucano. Ne riprendo il passaggio cruciale, che Decio intitola provocatoriamente Gli sloveni ci fregano.
“Germania e Slovenia attraverso le loro imprese nazionali stanno creando un vero e proprio corridoio di traffico tra Baviera-centro Europa e Mediterraneo spostando l’Adriatico-Baltico di alcuni chilometri ad Est ed aggirando l’Italia. Gli accordi tra Germania e Slovenia pongono le basi per l’acquisto della maggioranza di Luka Koper, la società di gestione del porto di Capodistria e della ferrovia slovena da parte di DB Shenker”. Proprio due giorni fa a Trieste, per iniziativa del Propeller locale presieduto da Fabrizio Zerbini (TO Delta) il problema della competitività del porto italiano a confine con la Slovenia è stato oggetto di un dibattito con vari approfondimenti, partendo dall’opportunità del turismo nautico e navale.
Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, ha cercato da parte sua di portare una nota d’ottimismo, ricordando come proprio nei giorni scorsi RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ha annunciato in un convegno a Gorizia che investirà alcune decine di milioni di euro per migliorare i trasporti via rotaia sul porto triestino.
Secondo la presidente Serracchiani: “Il progetto di investimento è frutto di un lavoro di mesi svolto nella capitale, nel corso dei quali è stato possibile sottoporre all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, le potenzialità dello scalo di Trieste, ed ottenere risposte tempestive in ordine alla sua implementazione come hub a servizio del centro Nord e Sud-Est Europa. Il progetto mira a rispondere alle criticità che erano state incontrate in precedenza, e vede tra i suoi punti di rilievo il miglioramento dell’accesso al porto e lo sviluppo dei servizi”.
“Senza dare nulla per scontato – ha aggiunto il presidente della Regione – abbiamo condotto un’azione costante a Roma triangolando le diverse richieste con i ministeri delle Infrastrutture, dell’Economia e Finanze e con le Ferrovie dello Stato. Ora al porto di Trieste si apre una grande e concreta occasione di cui – conclude – è obbligatorio approfittare”.
Da valutare, a questo punto, se il progetto RFI riuscirà a contrastare l’asse tedesco-sloveno o come spesso accade in Italia, arriverà troppo tardi. Sperare è lecito. Esserne certi un po’ meno.
A.F.

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Pubblicato il
11 Dicembre 2013

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