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Palermo, piano regolatore in pista

Potrebbe completare l’iter istituzionale già entro il prossimo marzo – La ricerca dei finanziamenti

Vincenzo Cannatella

PALERMO – Ingegnere del settore trasporti, già presidente di Amap e vicepresidente di Amat – le aziende di trasporti locali – specialista nella logistica urbana e scelto dal ministro dei trasporti come commissario straordinario dell’Autorità Portuale più importante della Sicilia, Vincenzo Cannatella ha ancora tre mesi di tempo per raggiungere l’obiettivo che si è prefissato: entro marzo lasciare in eredità al prossimo presidente dell’Authority il nuovo piano regolatore del porto praticamente approvato.
Ingegnere, un obiettivo ambizioso, visti i tempi di questi progetti…
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“Ma siamo in piena accelerazione ed il piano è già passato al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ed attualmente è alla Regione per la pratica della VIA. Superati i momenti di confronto, lo stesso sindaco di Palermo si è detto disponibile e interessato ad un protocollo per accelerare l’iter del piano. Ci siamo già chiariti su un aspetto importante: il piano regolatore del porto non interferisce con la pianificazione urbana, e solo quattro delle otto borgate della città ci danno competenza per quanto riguarda i porticcioli. In sostanza: la collaborazione con il Comune deve esserci e noi siamo aperti a darla”.
So di chiederle una specie di lettura nella sfera di cristallo: ma può indicarci tempi realistici per l’approvazione del piano?
“Posso rispondere solo in chiave di speranza, o meglio di valutazione tecnica dei vari passaggi. Se la burocrazia della Regione ci darà una mano, come spero, in tre mesi potremmo avere il piano approvato”.
E intanto?
“Intanto stiamo lavorando in parallelo anche per guardarci avanti. Proprio la settimana scorsa, prima di Natale, abbiamo avuto un Forum di due giorni con tecnici specialisti dei project financing e funzionari dei fondi comunitari. Una volta che il piano sarà approvato, potremo attivare la ricerca di finanziamenti sia comunitari che nazionali e anche privati. Non è mia intenzione perdere tempo”.
Ingegnere, lei è un tecnico dei trasporti e conosce anche molto bene la situazione portuale e industriale palermitana. Può dirci cosa ne pensa del progetto di trasferire il relitto della “Costa Concordia” a Palermo?
“La vicenda è complessa, perché comporta non solo problematiche di strutture capaci di accogliere il relitto, che è un rifiuto speciale, ma anche e specialmente di costi, di smaltimento degli acciai della demolizione, di eventuali ricadute sul territorio. So che Fincantieri ha a Palermo strutture estremamente valide, specializzate sia nella costruzione che nella riparazione di grandi scafi e non dubito che sarebbe in grado di accogliere il relitto e anche eventualmente di rimetterlo in condizioni di navigare. Ma la scelta di cosa farne è a tutti gli effetti ancora in mano alla compagnia Costa”.
A.F.

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Pubblicato il
28 Dicembre 2013

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