CPL Livorno e CFT Firenze storica partnership

Enzo Raugei
LIVORNO – La Compagnia portuali esce dal porto e si butta, insieme a un nuovo partner già ben radicato a livello nazionale nella logistica integrata.
E’ questo il senso dell’accordo presentato ieri all’assemblea dei soci della CPL e alla base di una nota congiunta con la cooperativa CFT di Firenze, provider storico per la logistica della grande distribuzione e le aziende di produzione. L’accordo di partnership ha natura commerciale, operativa ed organizzativa. Entro aprile sarà elaborato un piano industriale comune per il periodo 2014-2017 per la crescita dei volumi di traffico e di fatturato della Compagnia. Nel progetto si parla di “direttrici e coordinate di ristrutturazione finanziaria, economica e di governance, nonché interventi di natura societaria ritenuti funzionali al superamento della crisi e al rilancio del gruppo CPL”.
CFT è una società cooperativa da 1.650 soci con un fatturato annuo di 115 milioni (per il gruppo il 2012 si è chiuso con un fatturato aggregato di 300 milioni) che copre tutti i settori della logistica integrata toscana.
[hidepost]Ha 4.500 addetti e movimenta 500 milioni di colli all’anno. La CPL ha 450 soci, ha circa 900 addetti e nel 2012 ha chiuso con un fatturato aggregato di 32 milioni, nel corso di una ristrutturazione “pesante” che ha comportato tali e tanti sacrifici di risanamento ancora in corso.
Più dettagliatamente l’accordo prevede, per conquistare nuovi spazi di mercato alla Cpl, di aggiungere servizi logistici al proprio core business e offrire sul mercato pacchetti di servizi integrati: insieme alla cooperativa CFT si punta a una Filiera logistica integrata dal Tirreno fino all’interno della regione.
Per Leonardo Cianchi, presidente di CFT, la nuova sfida è “l’affacciarsi sul mare” anche per rilanciare la cooperativa portuale. Per Enzo Raugei, presidente di CPL, il nuovo accordo comporta la nascita di un piano industriale che torna a puntare sulla crescita indirizzata “non più solo ai traffici portuali ma alle opportunità di un mercato più allargato ai servizi”.
[/hidepost]