Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

E Livorno continua a zoppicare sulle crociere

LA SPEZIA – Difficile non avere un senso di rispettosa invidia verso i risultati di un porto, quello spezzino, che solo tre lustri fa sembrava più un’idea velleitaria che un grande concorrente dei due rivali dell’alto Tirreno, Genova a nord e Livorno a sud.
[hidepost]E sui contenitori si può anche capire: sia pure con una costante tensione verso la città e dalla città, che non ha mai pienamente digerito la nascita del mega-terminal Contship nel cuore del golfo, La Spezia ha saputo magistralmente aiutare la crescita di quest’ultimo grazie anche alla intelligente politica di affidarsi al retroporto di Santo Stefano Magra, di privilegiare la ferrovia (togliendo tanti Tir dalle strade spezzine) e di investire su fondali, personale umano formato bene, rapporti corretti con le compagnie.
Quello che invece brucia, sia ai genovesi che in particolare ai livornesi, è stato l’ingresso a gamba tesa nel comparto delle crociere. In due anni Forcieri e la sua stazione marittima – letteralmente inventata cancellando altre destinazioni della banchina più o meno condivise – hanno ridicolizzato Livorno con la sua pretesa di essere l’unico scalo delegato alle città d’arte della Toscana – cioè alle città d’arte più richieste del centro Italia – e non si fermano certo all’aumento del 325% dei croceristi (vedi articolo): anzi, secondo il presidente dell’Autorità portuale spezzina le strutture del suo porto per le crociere sono, ancora al 50% delle potenzialità previste.
Al Miami Cruise Show del 10 marzo prossimo (trentesima edizione del più importante appuntamento mondiale di settore) La Spezia sta preparandosi ai fuochi artificiali perché intende giustamente cavalcare il successo. E Livorno? In piena recessione di traffici delle crociere, non sembra che potranno esserci grandi rilanci nemmeno per il 2015 (il 2014 è ormai agli stessi livelli del 2013, ovvero depresso): la piccola stazione crociere dell’Alto Fondale è meglio di niente, ma la nuova aggiunta su cui la Porto 2000 sta lavorando sembra poca cosa a confronto di altri. Anche sulla promozione c’è molto di vago e ci si comincia a chiedere come funzionino – e se funzionino – alcune consulenze degli ultimi tempi. Si era molto ipotizzato sulla possibilità di operare insieme all’aeroporto Galilei per le crociere di testa: ma quali crociere di testa da Livorno, visto che sono sparite dopo una breve stagione d’assaggio? I tempi lunghi per la realizzazione del vero terminal crociere (Alto Fondale più calata Orlando) sono un altro handicap.
Incombe infine sulla Porto 2000 l’iter della privatizzazione: è in mano all’advisor nominato dall’Autorità portuale che nei prossimi giorni dovrà fornire valori di privatizzazione, tempi più congrui e meccanismi: il tutto che s’incrocia con la scadenza, entro la primavera, degli attuali vertici della società. Tutti temi che non sembrano fatti per aiutare una potente azione di rilancio o almeno di difesa del business crociere.
Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
29 Gennaio 2014

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio