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In attesa del nuovo governo: Lupi (e la sua riforma) restano?

Le incertezze sul dicastero coinvolgono anche le linee della “rivoluzione” sui porti che il ministro aveva già esternato – Slitta a marzo anche l’assemblea di Assoporti

Maurizio Lupi

ROMA – C’è una sola cosa certa nella crisi di governo che Matteo Renzi cerca di risolvere alla Giulio Cesare (“Veni, vidi, vici”) e che l’intero apparato dei partiti cerca invece di tirare alle lunghe: la certezza dell’incertezza.
Sarà anche un gioco di parole: ma se i mass media sparano ogni mezz’ora anticipazioni e previsioni, sembra ormai certo che bisognerà arrivare a fine settimana per avere l’ok del parlamento. Ovvero un Governo che abbia superato tutte le trappole dell’iter costituzionale.
Tiremm’innanz, come disse il martire condotto alla forca. Quello che più interessa la nostra modesta platea è lo stato dell’arte della riforma portuale annunciata dal ministro (attualmente ex) Maurizio Lupi e sulla quale proprio in queste ore si stanno confrontando (o scannando, come più preferite) anche le molteplici “anime” di Assoporti.
[hidepost]La quale Assoporti ha fatto slittare l’assemblea (interna, ma non per questo meno determinante) dal 22 febbraio come aveva preannunciato il presidente Monti nella recente intervista al nostro giornale al 4 marzo prossimo. Un po’ più di tempo per capire che succede al governo, un po’ più di tempo per trovare la quadra interna.
Anche perché il mondo dello shipping e della portualità vuol sapere se le voci che fino a ieri circolavano sulla conferma del ministro Lupi alle Infrastrutture e Trasporti saranno o meno confermate. La quasi unanimità dei commentatori dava a ieri per certa la conferma: ma nel mondo della politica, mai dire gatto – come recita il vecchio proverbio – se non l’hai nel sacco. Ovvero: la certezza rimane quella dell’incertezza. E se Lupi dovesse saltare, non si sa bene se salterebbe (in toto o in parte) la bozza di riforma della portualità che ha inviato ormai da qualche settimana alle commissioni camerali: commissioni che ovviamente sono anch’esse, per il cambio di governo, in semi-stand-by.
A.F.

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Pubblicato il
19 Febbraio 2014

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