Le incertezze sul dicastero coinvolgono anche le linee della “rivoluzione” sui porti che il ministro aveva già esternato – Slitta a marzo anche l’assemblea di Assoporti
ROMA – C’è una sola cosa certa nella crisi di governo che Matteo Renzi cerca di risolvere alla Giulio Cesare (“Veni, vidi, vici”) e che l’intero apparato dei partiti cerca invece di tirare alle lunghe: la certezza dell’incertezza.
Sarà anche un gioco di parole: ma se i mass media sparano ogni mezz’ora anticipazioni e previsioni, sembra ormai certo che bisognerà arrivare a fine settimana per avere l’ok del parlamento. Ovvero un Governo che abbia superato tutte le trappole dell’iter costituzionale.
Tiremm’innanz, come disse il martire condotto alla forca. Quello che più interessa la nostra modesta platea è lo stato dell’arte della riforma portuale annunciata dal ministro (attualmente ex) Maurizio Lupi e sulla quale proprio in queste ore si stanno confrontando (o scannando, come più preferite) anche le molteplici “anime” di Assoporti.
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