L’ok della Monassi accordo su Servola
Risolta dopo un complesso “braccio di ferro” l’integrazione del documento – Investimenti per 72 milioni di euro per il rilancio della zona industriale

Marina Monassi
TRIESTE – E così alla fine Marina Monassi, presidente dell’Autorità portuale triestina, ha ottenuto che l’accordo di programma per la riqualificazione delle aree industriali e portuali sia integrato dal suo “addendum”: che conferma e enfatizza la competenza della stessa Port Authority sulla quantificazione e sui sistemi di riscossione dei canoni demaniali.
E’ stata, sotto molti aspetti, una lunga battaglia. Perché il testo dell’accordo di programma predisposto dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti (se n’è occupato il capo di gabinetto Giacomo Aiello) era stato da tempo firmato dalle altre istituzioni del territorio, ma si era fermato sulla scrivania della Monassi sia per il tema delle competenze sui canoni, sia per quello – ancora più sostanziale – della responsabilità oggettiva degli inquinamenti nell’area interessata.
[hidepost]La solitaria battaglia dell’Autorità portuale per integrare l’accordo di programma ha creato non poche tensioni, ma alla fine è risultata migliorativa dell’accordo stesso rispetto al testo del 30 gennaio scorso. Dalla stessa Regione l’integrazione è stata accolta dopo qualche resistenza non senza una puntuta “precisazione”, secondo la quale l’addendum chiesto dalla presidente Monassi non fa altro che ribadire un principio di diritto che non era comunque in discussione nemmeno nel testo originario, ed è il principio che “chi inquina ne risponde”. Una dichiarazione che sembra però cozzare contro quanto era scritto nel testo originario dell’accordo, la cui formula era sostanzialmente che non fosse possibile risalire ai responsabili dell’inquinamento delle aree interessate all’accordo di programma stesso.
Con la firma della Port Authority l’accordo adesso può iniziare il suo iter per l’ex ferriera di Servola e il rilancio della zona industriale che “vale” 72 milioni di investimenti, di cui quasi 60 milioni di fondi pubblici.
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