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Lupi rilancia la “sua” riforma ma l’affida al consiglio dei ministri

E rimane l’incertezza sui tempi e sulle modalità, anche per le tante richieste di coordinarla con il testo che giace al Senato – Aumentano gli esposti per i troppi commissariamenti

ROMA – Definire schizofrenica la politica sulla riforma della riforma portuale forse può apparire eccessivo. Ma l’impressione è che sia per lo meno ondivaga: perché mentre le più importanti associazioni di categoria della logistica chiedono tempi veloci, e alcune si sono spinte a sollecitare l’iter della “riformina” da tempo ferma al Senato pur di avere un risultato, riappare come un torrente carsico la linea del ministro Lupi, dopo mesi di silenzio assoluto.
[hidepost]E che dice il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, uno dei pochissimi riconfermati dal premier Renzi? Dice testualmente, in risposta ai tanti solleciti (compresi gli esposti che gli stanno piovendo addosso – anche da Ancona, ultime notizie – per i troppi commissariamenti delle Port Authorities) che “la sua proposta di riforma esiste, che le 23 Autorità portuali italiane vanno ridotte ed accorpate con una riorganizzazione generale del comparto, che tutto il sistema che ruota intorno alla logistica dei porti va cambiato e che bisogna far presto”.
Con una novità non marginale: il ministro Lupi ha dichiarato di aver illustrato al presidente del consiglio Renzi che sarà il consiglio dei ministri ad affrontare il ridimensionamento dei singoli ministeri e gli interventi da prendere all’interno dei settori che i ministeri stessi coordinano. Tradotto dal politichese: la riforma della legge 84/94 proposta dal ministro Lupi durante il passato governo – che comporta la riduzione delle Autorità portuali a non più di 6/8 “sistemi logistici”- non sarà più affidata a un disegno di legge del ministro stesso ma arriverà (se arriverà) dal consiglio dei ministri, che a sua volta presumibilmente ne dovrà investire il parlamento.
E il disegno di legge fermo in Commissione Trasporti del Senato? C’è chi chiede che sia integrato e corretto dalla “formula Lupi”; chi invece chiede che sia portato avanti “con correttivi” in modo da far prima; chi chiede che sia buttato alle ortiche perché sarebbe peggio della riforma da riformare. Insomma, siamo al solito ingorgo: questa volta delle idee e delle proposte, più ancora delle leggi. Che a questo punto è legittimo temere andranno ancora una volta alle calende greche, in barba a tutte le promesse dell’esecutivo di accelerare e ancora accelerare le riforme del Paese.
A.F.

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Pubblicato il
26 Marzo 2014

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