Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

“Rudolf und Mary” di Mario Vierucci (Collana I gelsi)

Di Mario Vierucci, singolare scrittore-poeta giunto con questo volumetto alla quinta opera pubblicata, si può dire quasi tutto: che sia innamorato della scrittura in se, che trovi ispirazione nei temi più disparati (compresa ahimè la “nostra” Livorno), che sia di una multiforme erudizione storica. Tutte conferme che arrivano in questo “Rudolf und Mary”, ricostruzione storico-onirica di uno dei più celebri e più oscuri omicidi-suicidi di fine ottocento, quello dell’arciduca Rodolfo d’Asburgo e della baronessina Maria Vetzera, sua giovanissima amante. Siamo in pieno romanticismo e insieme in piena tragica saga degli Asburgo: una saga che si snoda quasi specularmente in quella che un tempo era l’Austria Felix e l’effimero impero del Messico, dove finì il suo sogno di gloria Massimiliano D’Austria falciato dalle fucilate della rivoluzione popolare. E per completare lo spietato gioco di destini che sembrarono incrociati da una maledizione, dove finì il sogno dell’imperatrice Elisabetta d’Ungheria, più conosciuta dalla letteratura romantica come Sissi.
[hidepost]Nella ricostruzione di quei passaggi della storia che la storia stessa non ha mai perfettamente chiarito. Mario Vierucci si serve di una documentazione accuratamente ricercata, di una capacità letteraria già da tempo nota, ma anche di memorie di famiglia, che attribuisce a frequentazioni degli Asburgo da parte di un nonno, Franz Hofer segretario di allora dell’ambasciata italiana alla loro corte di Vienna. Val la pena davvero di seguire il dipanarsi di quella storia di amore e di disperazione, così come il Vierucci la dipana nelle cinquanta pagine del suo piccolo, prezioso volume. E val la pena di leggere e gustare anche la seconda parte, quella legata a un altro suicidio d’amore “La riva triste del lago Van”, che si rivela strettamente legata alla prima nello stesso clima di romantica tristezza; ma con richiami diversi a un altro grande scrittore e al suo “Martin Eden” anch’esso finito con un suicidio nelle profondità di un abisso d’acqua.
Un piccolo, prezioso dettaglio: il ricavato della vendita dei libri di Vierucci viene devoluto a favore dell’AN, l’Associazione nazionale Tumori. Onore al merito.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
2 Aprile 2014

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio