“La resistibile discesa di un paese speciale”
(di Alberto C. Federici e Andrea Toma)
Liguori editore
Piccolo libro, ma non libretto: che in un’analisi a due penne (oppure oggi bisognerebbe scrivere a due computer?) affronta da una parte – Federici – con amara ironia la tornata etico-politica che ha accompagnato dal settembre 2012 al 31 marzo 2013 gli eventi di questa nostra povera Italia; e dall’altra – Toma – con una serrata analisi macro-economica il declino negli anni causa una classe dirigente autoreferenziale e peggio.
Diciamolo subito: il libro non è di quelli che si leggono di fiato in una serata. Per chi segue le quotidiane vicende di questo paese, che è “speciale” quasi sempre nel peggio, le pagine di Federici e di Toma sono sale sulle ferite. E a nessuno fa piacere veder scritto quello che in molti sappiamo ma cerchiamo di dimenticare: l’essere affidati a una classe dirigente – politica ma non soltanto – che dirige solo perchè siamo una massa di pecoroni che viene gestita attraverso il “suk” (Federici scrive proprio così, a pag. 29) della stampa, della televisione, dei vari moduli d’imbonimento, eccetera. Naturalmente l’analisi che si snoda nelle 140 pagine del libro è assai più sofisticata: qualche volta forse un tantino troppo, fino ad apparire nikilista a coloro che – forse ne esistono ancora – sperano in un miracolo tipo sangue di San Gennaro.
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