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Gli strumenti e gli accordi ONU-IMO

Cristiano Aliperta

ROMA – Alla base delle proposte per la riduzione delle emissioni deve essere facilitata la sostituzione dei derivati del petrolio con combustibili meno inquinanti, come il metano in forma liquida (GNL) o gassosa (GNC), piuttosto che l’utilizzo del gasolio con meno dello 0,1% di zolfo (che è relativamente più costoso e non risolve il problema degli sversamenti in mare di derivati petroliferi) e dei sistemi di abbattimento delle emissioni.
Va infine considerata e valutata l’opportunità di definire e avviare un progetto “Mediterraneo Verde” nell’ambito dell’Unione per il Mediterraneo o di altri accordi multilaterali di cooperazione euromediterranea.
Gli strumenti a cui si potrebbe fare affidamento per attuare le azioni proposte sono diversi e potrebbero comprendere:
[hidepost]a) valorizzazione dell’Iniziativa Adriatico-Ionica (segretario generale ambasciatore Fabio Pigliapoco, sede Ancona) in particolare a supporto della definizione come Area ECA;
b) avvio di un’azione speciale nei confronti dei Paesi adriatici non ancora ammessi nell’Unione Europea: Montenegro e Albania; in questo caso uno strumento di condivisione potrebbe essere trovato in ambito Programma C.B.C. Italia/Albania/Montenegro (Programmazione U.E. 2014/2020 – Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea); per l’Italia il Programma è gestito dalla Regione Puglia con coordinamento da parte dell’ambasciatore italiano a Tirana, Massimo Gaiani;
c) istituzione di un tavolo di intesa con altri Paesi mediterranei, iniziando dal Mediterraneo Occidentale: Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, oltre a Francia e Spagna;
d) eventuale definizione di un accordo totale o parziale in ambito ONU – IMO (rappresentante italiano ammiraglio Cristiano Aliperta, Ambasciata d’Italia a Londra);
e) valorizzazione dei recenti ritrovamenti di metano al largo di Israele, della Striscia di Gaza e nei pressi di Cipro, anche promuovendo le cooperazioni nel Mediterraneo orientale e prevenendo i potenziali conflitti in considerazione del forte interesse anche da parte della Turchia;
f) superamento delle possibili resistenze all’impiego del GNL che potranno provenire dalle compagnie petrolifere e dalle imprese di raffinazione, distribuzione e vendita dei derivati petroliferi;
g) superamento delle resistenze del mondo armatoriale che, pur conscio dell’inevitabilità del cambiamento, teme i costi di aggiornamento delle flotte (questi costi potranno essere compensati dalla minore spesa per il metano rispetto al gasolio allo 0,1% di zolfo o ai sistemi di abbattimento delle emissioni).

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Pubblicato il
14 Maggio 2014

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